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Il Crèmera nelle terre di … Formello

Un documentario, tanti luoghi della nostra terra, ieri nella cornice di Palazzo Chigi, a Formello, si è celebrata la Natura e il sottosuolo con il documentario di Domenico Parisse

di Emanuela Gizzi
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Viaggio lungo il Crèmera

Il Crèmera nelle terre di … Formello” è un gioco di parole per presentarvi un documentario, che è anche un libro,  e che ci indica i posti  sconosciuti, alcuni primordiali e sotterranei, che si nascondono nella pancia del mondo, e altri più noti, ma lo stesso magici, ormai poli attrattivi per un turismo di prossimità.
Ambienti incantati per rinascere e boschi ricchi di vegetazione e fascino. Una Natura che se la si sa cogliere è un’ottima terapia d’urto contro lo stress.

Proiezione del documentario di Domenico Parisse

A Formello, il 6 giugno, si è svolto un incontro culturale con la proiezione del documentario di Domenico Parisse, regista e appassionato di acqua, archeologia e bellezza.
Il Crèmera nelle terre di Veio” è un girato emozionale in cui riconosciamo alcune peculiarità del nostro territorio: la Valle del Sorbo per prima, le cui riprese con un drone ne esaltano i misteri; i vecchi mulini, adagiati sul corso d’acqua in uno stato decadente, ma suggestivi; i siti etruschi, tra cui la Tomba dei Leoni Ruggenti, la più antica tomba dipinta d’Etruria, e i cunicoli per la captazione delle acque piovane, tipo il geosito Albereto, simboli evidenti che proveniamo da una stirpe erudita ed evoluta di ingegneri idraulici, un popolo dalle grandi prospettive.
E poi ancora, riconosciamo nelle immagini, il Santuario della Madonna del Sorbo, una porta santa ma anche un luogo in cui rifugiarsi per trovare silenzio e pace; i Bagni della Regina, antiche terme dalle proprietà ferrose, e infine la Città di Veio, laddove, nel 477 a.C., si narra, ebbe luogo la Battaglia sul Crèmera, un agguato teso dai veienti alla gens fabia. Un fatto che ha reso famoso il nostro torrente ma di cui sentiremo ancora parlare.

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Gli Esploratori Veientani e Domenico Parisse

Domenico Parisse un giorno incontra gli Esploratori Veientani, ovvero Francesco Braghetta, Giancolombo Gualerni, Pietro Macrì e Luigi Perini, che hanno come lui il fuoco sacro della scoperta.
Incrociano la loro passione per il territorio e ne nasce, oltre che una bella amicizia, anche un progetto destinato a non fermarsi più.
Il documentario sta ottenendo sicuramente lauti successi di pubblico e premi importanti, ne abbiamo avuto una riconferma anche nella Sala Grande di Palazzo Chigi a Formello, gremita di gente, ma la vera straordinarietà di questo progetto è che il Crèmera è stata la scintilla di un viaggio ben più lungo.
Gli Esploratori Veientani, infatti,  hanno lasciato il testimone agli Esploratori Falisci , ovvero a Vincenzo Ridolfi, Maurizio Cosimi, Maurizio Pennacchio, Paolo Forconi, Luca Panichelli, Vincenzo Doboloni, Alessio Grandicelli, Emanuele Palazzini e Pierluigi Capotondi. E questi ultimi hanno accompagnato Domenico Parisse nelle cavità naturali dell’Agro Falisco, le cosiddette forre: gole profonde di tufo rosso particolarmente suggestive, scavate da antichi letti d’acqua e piccoli torrenti.

Paese che vai gente che trovi, dice un vecchio proverbio! Ecco allora che finita una strada se n’è aperta un’altra, e a proseguire il percorso dopo i falisci si sono fatti avanti altri ambasciatori, i ceretani dell’Agro Cerite.
Anche qui, le acque diranno la loro.

GLI ESPLORATORI VEIENTANI INCONTRANO GLI ESPLORATORI FALISCI PER PASSARE LORO IL TESTIMONE NELL'AVVENTURA DI DOMENICO PARISSE

Il passaggio del testimone (da una scena del documentario)

 

Il Crèmera nelle terre di Veio: storia e cuore

Il Crèmera nelle terre di Veio è una poesia di immagini, una narrazione genuina dei luoghi visibili e invisibili, il canto degli alberi, delle felci, delle campane, degli animali al pascolo, un suono che ci riporta indietro nel tempo e tra silenzi che abbiamo dimenticato.
Entrare in queste cattedrali di aria e acqua, di cortecce d’alberi, di erba e fiorellini di sottobosco, di odori misti e fragranze svegliate dalla rugiada, di spettri che provengono da un’altra dimensione, e passi, i nostri, ma anche i loro, che si accavallano e si legano, è un’esperienza che non ha eguali.
Non ci sono momenti più veri di quelli dettati dai territori ancora sani, che brillano di verde sotto il sole e la cui area è protetta da soprusi, sporcizia, cattive abitudini.
In questi posti si va con rispetto e accompagnati, si va per recuperare la linfa vitale e tutto ciò che il grande monopolio del business ha tagliato fuori dalle nostre vite.
Il Crèmera è per me famiglia: una madre che mi culla, un padre che mi protegge; è la mia storia, la storia dei formellesi. E ora, grazie a Domenico e agli Esploratori Veientani, è anche la storia di chi lo conoscerà attraverso il documentario.
I corsi d’acqua sono memoria, radici, sangue che scorre nelle vene, un moto di appartenenza indissipabile e che guida i passi lontano, lungo il suo corso e poi verso altri corsi.

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Il libro “Il Crèmera nelle terre di Veio”

Domenico Parisse ha trasformato il grande bagaglio maturato in seno a questa avventura in un libro, che porta con orgoglio lo stesso titolo del documentario: “Il Crèmera nelle Terre di Veio”.
Sono pagine ricche di spunti, immagini, riflessioni dell’autore ma anche interventi oculati di archeologi, speleologi e rappresentanti di istituzioni, tra cui l’Ente Parco di Veio e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Il tutto rigorosamente tradotto in inglese per far sì che la dimensione più ancestrale dell’Agro Veientano arrivi oltre i confini nazionali.

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Un libro di scoperta, edito con il contributo della BCC della Provincia Romana, acquistabile durante le proiezioni itineranti del documentario ma anche chiedendo direttamente all’autore Domenico Parisse (Lo potete contattare sulla sua pagine Facebook).

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Emanuela Gizzi Fotografa ideatrice di Mapping Lucia

Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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