La Mostra Caravaggio 2025 a Roma è un tripudio all’arte, una saggia decisione del Museo Nazionale di Arte Antica di esplorare l’inesplorato di Michelangelo Merisi.
Così, le Gallerie Corsini Barberini -in collaborazione con la Galleria Borghese, la Direzione Generale Musei, il Ministero della Cultura e Intesa Sanpaolo- ospitano fino al 6 luglio un numero eccezionale di dipinti autografi del Caravaggio, sia famosi che strettamente riservati, mai esposti in pubblico.
Tra questi:
- un opera è legata alla morte di Caravaggio;
- tre opere potrebbero non essere del maestro, anche se gli sono state attribuite da studiosi illustri;
- altre tre opere -con soggetto la stessa modella, Fillide- si ritrovano faccia a faccia per la prima volta nella storia;
- inoltre, due opere non sono mai uscite dalle stanze segrete di collezionisti privati, perciò inedite al mondo;
- e infine, un’opera è l’ultimo capolavoro -pare- indiscusso dell’artista.
Michelangelo Merisi e la sua eternità
Caravaggio -come sempre quando se ne parla o una sua opera si sposta, o viene scoperta- segna indissolubilmente il tempo.
La “maniera” caravaggesca si è mantenuta intatta, senza subire trasformazioni. Forse perché il linguaggio dell’artista è da sempre e per sempre universale, e questa verità riguarda sia la linea temporale di maturazione delle sue opere che il pubblico variegato che le accoglie.
Caravaggio è stato in grado di dipingere la bellezza tangibile, reale, e legarla straordinariamente alla luce e alle ombre, che sono diventate -anche grazie a una scelta cromatica profonda- la sua cifra stilistica.
Un linguaggio il suo che attrae tutte le fasce d’età e, proprio per questo, votato ad essere eterno. Non vi sono altri artisti che possano eguagliare la posizione elitaria in cui proprio il pubblico lo ha posizionato.
Peccato lui non possa sapere quanto la sua produzione abbia scatenato, e peccato sia morto in un modo tanto triste, rincorrendo, peraltro, tre opere per lui importantissime.
Come morì Caravaggio
Dopo quel 28 Maggio del 1606, quando cioè Caravaggio uccise Ranuccio Tomassoni, per il pittore si aprirono le porte della prigione e soprattutto dell’inferno. Una via del non ritorno.
Fuggì verso Napoli, poi verso Malta, dove -di nuovo- un’accesa rissa lo condannò alla prigionia. Fuggì anche da li e si recò in Sicilia dove fece tappa a Siracusa, Messina e Palermo per poi fare ritorno a Napoli, sotto la protezione della potente famiglia Colonna, i cui membri, e Costanza Colonna in primis, lo sostennero sempre, cercando perfino di intercedere presso il Cardinale Scipione Borghese affinché questi gli concedesse la grazia.
Che Caravaggio ottenne nel 1910, cioè quattro anni dopo l’omicidio Tomassoni.
Potendo fare ritorno a Roma si diresse verso Porto Ercole e si imbarcò su una feluca, una piccola barca a vela. A bordo portò con sé tre opere: il San Giovanni Battista (San Giovannino), il San Giovanni Battista disteso e la Maddalena in estasi, detta Maddalena Klain (dai penultimi proprietari privati che la acquistarono).
Con queste opere avrebbe ripagato il debito presso il Cardinale Scipione Borghese.
Ma arrivato a Palo Laziale, venne arrestato e condotto in prigione. E su questo episodio non è mai stata fatta luce, tanto da lasciare adito a diverse congetture.
Possibile che al comandante di guarnigione che operò l’arresto, non fosse stata notificata la grazia?
A diversi studiosi è venuto il sospetto che l’arresto fu solo un’espediente, organizzato dalla stessa Costanza Colonna, per sottrargli i quadri.
Il disguido, se così possiamo chiamarlo, si risolse qualche giorno dopo, ma ormai la feluca con a bordo i quadri era ripartita.
E’ durante questo frangente che Caravaggio morì.
Affannato dalle ricerche per recuperarli, e probabilmente affetto da una qualche forma di influenza contratta in carcere, si accasciò a terra e, dopo pochi giorni, il 18 luglio 1610, la febbre alta lo rapì al mondo.
Una chicca tra i 25 grandi capolavori di Caravaggio: il San Giovannino
Le tele, per cui tanto si era disperato Caravaggio, ebbero destini diversi. Delle tre, solo San Giovannino arrivò nelle mani del Cardinale e quindi entrò nella Collezione Borghese. Le altre due scomparvero, per poi riapparire in collezioni private.
Il San Giovanni disteso si troverebbe presso una Famiglia di Monaco di Baviera; mentre la Maddalena in estasi, presso una non-nota famiglia europea, che avrebbe scoperto solo di recente il valore dell’opera stessa. Vi sono ben otto riproduzioni della Maddalena in estasi ma solo quest’ultima è stata deputata quale opera originale.
Per ora, dunque, dobbiamo accontentarci di vedere solo il San Giovannino, prestato dalla Galleria Borghese alla Mostra Caravaggio 2025.
Dove è sepolto Caravaggio
Sulla Spiaggia di Feniglia ci si imbatte in una stele che ricorda proprio lo sciagurato evento della morte di Caravaggio.
Una lapide che, erroneamente, aveva fatto immaginare quello, quale scenario della sepoltura. Tuttavia, grazie ad alcune carte si è potuto dedurre che le spoglie dovevano essere state allocate nel Cimitero di Porto Ercole, laddove cioè venivano sepolti “gli stranieri di misere condizioni”.
Quando Caravaggio da quelle “misere condizioni” diventò il più grande pittore di tutti i tempi, si iniziò anche a indagare sulla reale destinazione delle sue spoglie.
Furono verificati tutti quegli scheletri che, a seguito di alcuni lavori di rifacimento urbano, erano stati deposti in due cripte specifiche. Trovata una corrispondenza pari all’85%, le spoglie di Caravaggio vennero restituite alla comunità, che le pose di fianco al monumento a lui dedicato.
Dal 2019, però, il pittore giace di nuovo in una tomba nel Cimitero di Porto Ercole.
I 24 grandi capolavori della Mostra Caravaggio 2025 a Roma
I punti salienti della mostra sono tre, ma prima di arrivare all’apice della montagna caravaggesca, scaliamola.
Le Gallerie Barberini Corsini ospitano già in una collezione permanente quattro dipinti:
1 | San Francesco in meditazione
2| San Giovanni Battista
3| Giuditta decapita Oloferne
4| Narciso
Tornano a casa le opere acquistate nel 1628 da Antonio Barberini:
5| I Bari, dal Kimbell Art Museum di Fort Worth (Texas)
6| Concerto, dal Metropolitan Museum of Art (New York)
7| Santa Caterina d’Alessandria, dal Museo Thyssen-Bornemisza (Madrid)
Nella Mostra Caravaggio 2025 a Roma, sono in prestito le opere provenienti da Musei italiani:

8| San Giovanni Battista (San Giovannino), dalla Galleria Borghese (Roma)
9| Il bacchino malato, dalla Galleria Borghese (Roma)
10| Buona Ventura, dalla Pinacoteca Capitolina (Roma)
11| David con la testa di Golia, dalla Galleria Borghese (Roma)
12| Il Martirio di Sant’Orsola, da Intesa San Paolo (Napoli)
13| La Flagellazione di Cristo, dal Museo del Real Bosco di Capodimonte (Napoli)
14| La cena di Emmaus, dalla Pinacoteca di Brera (Milano)
15| Ritratto di Cavaliere di Malta, dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti (Firenze)
16| Ragazzo che sbuccia un frutto, dalla collezione privata Longhi (Firenze)
17| Ritratto di Maffeo Barberini, da collezione anonima (nessuna indicazione della città di provenienza)
A questi si sommano anche altri quadri provenienti da diverse parti del mondo:
18| San Giovanni Battista nel deserto, dal Nelson Atkins Museum (Kansas City – Missouri)
19| San Francesco d’Assisi in estasi, dal Wadsworth Atheneum Museum of Art (Hartford – Connecticut)
20| Marta e Maria Maddalena, dal Detroit Institute of Art (Detroit – Michigan)
21| La cattura di Cristo, dal National Gallery of Ireland (Dublino)
In cima alla montagna vi sono le scoperte più recenti di Caravaggio, mai esposte al pubblico e che non è stato possibile vedere mai in alcun altro contesto:
22| Il Ritratto di Maffeo Barberini come protonotario apostolico, da una collezione privata anonima (Firenze)
23| Ecce Homo, da un collezionista privato ma esposto al Museo del Prado (Madrid)
24| Conversione di Saulo, dalla collezione privata di Nicoletta Odescalchi (Roma)
La venticinquesima opera della Mostra Caravaggio 2025 a Roma: Giove, Nettuno e Plutone
L’affresco -l’unico che Caravaggio abbia mai dipinto a parete- si chiama “Giove, Nettuno e Plutone”, e si trova nel “camerino della distilleria”, ovvero il gabinetto alchemico del Casino Boncompagni Ludovisi, a dodici minuti a piedi dalle Gallerie Barberini Corsini.
Pare che per dipingere le tre allegorie, Caravaggio si sia avvalso di uno specchio e di se stesso, e perciò abbia dato loro i suoi tratti somatici: una pratica che non ci è nuova visto che spesso ritroviamo il suo volto alle spalle dei personaggi centrali.
Possono accedere a questa ventiquattresima opera solo i possessori del biglietto della Mostra Caravaggio 2025 a Roma.
Ma attenzione perché va prenotato prima, quindi: se lo si vuole vedere come estensione delle altre ventiquattro opere, cioè nello stesso giorno, è bene verificare per tempo che ci sia la disponibilità in quella data giornata. Altrimenti, lo si può visitare fino al 6 luglio in una giornata diversa ma sempre previa prenotazione.
L’ingresso al Casino ha un costo aggiuntivo di 12 euro.
E, oltre all’affresco caravaggesco, è inclusa anche la visita all’opera del Guercino “L’Aurora”.
Fine prima parte!
>> prossimamente seguirà approfondimento sulle opere
Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.