Home CIAK SI VIAGGIA La colpa delle donne (e i dipinti di Palazzo Braschi e Palazzo Spada)

La colpa delle donne (e i dipinti di Palazzo Braschi e Palazzo Spada)

La colpa è essere donna, avere l'utero, non essere addomesticabile, come diceva Alda Merini. Ma esiste un tacito compromesso. Innescato da chi? La Bibbia? Non solo... pensate... anche da qualche filosofo!

di Emanuela Gizzi
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Quella marcia in più che diventa fardello

La colpa delle donne è essere nate furiose, avere nella testa i semi della speranza, avere una pancia in cui contenere altra vita.
La proporzione di ciò che una donna può fare offende l’uomo.
Tra i due sessi, già dalla nascita, vi è un passo impari, e allora, nell’intravedere ciò, un uomo, o più uomini, ma soprattutto la Bibbia -che ha messo solo sulle spalle di Eva il carico del peccato-, hanno cominciato a seminare ostacoli davanti ai piedi della donna.
Per farla fermare, inciampare, cadere. Per raggiungerla, anche. Per legarla mani e piedi e, infine, per superarla.

La donna è condannata per la sua sessualità

Nasce così il mondo con l’impronta maschile, quello che vuole soffocare la furia intravista nella testa delle donne, le loro idee, lo spirito libero, l’ambizione.
Li frena solo il fatto che le donne possono procreare. Un’arma potentissima, il miracolo dei miracoli.
Perché Dio ha affidato alla donna quel potere?
“Perché non l’ha affidato a noi!?” si saranno chiesti fin dai tempi antichi gli uomini. Ma non trovando risposta hanno remato contro Dio.
D’altronde l’uomo ha braccia e gambe muscolose, se vuole può sollevare una donna per il collo, sottometterla con la forza, schiacciare la sua testolina addosso a un muro, o meglio, molto meglio, a terra, sotto i propri piedi.
“Hai capito chi comanda?” le  grida mentre calca la suola delle scarpe sulla sua tempia.
Per non parlare della caccia alle streghe, iniziata per allontanare quel demonio della sessualità femminile, quasi fosse una minaccia per loro stessi. Peraltro, una trappola già ordita nell’Eden, dove Adamo venne soggiogato dalla grazia sensuale di Eva.

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La colpa delle donne è l’essere rimasta in silenzio?

La colpa delle donne è l’aver acconsentito. Sì, l’aver permesso che accadesse per troppi secoli. Quando invece lo sappiamo che ad elemosinare la parità dei sessi non dovrebbe essere la donna.
Ma è così che la storia ha preso questa piega.
E quando si innesca un certo tipo di abitudine si finisce per rimanere prigionieri degli schemi.
La donna è rimasta vittima di un tacito compromesso “Resto un passo indietro, vai tu a lavorare, io governo la casa, bado ai figli, ti lavo le mutande, ti cucino, e cucio anche. Sarai fiero di me”.
La donna forse non ha pronunciato esattamente queste parole ma è rimasta in silenzio.
E il suo mite restare nell’ombra ha permesso all’uomo di far crescere in modo spropositato il suo ego, mentre lei ha dovuto superare ostacoli sempre più alti che, nel corso della storia e dei cambiamenti sociali e politici, sono aumentati, aumentati, centuplicati.

L’ancella, secondo Aristotele e Jean Jacques Rousseau

Le donne sono state infangate, umiliate, anche e soprattutto dai filosofi. Si deve a loro la diffusione del concetto ancillare, legato alla donna.
Aristotele per esempio asseriva e diffondeva il verbo dei verbi:

Ella è stata concepita dalla natura solamente per due funzioni, la procreazione e la cura della casa, ma è un’ancella, non deve avere ruolo decisionale in merito alle questioni familiari, sociali, politiche”

Era il 360 a.C. più o meno.
Ma anche intorno al 1730, il pensiero sulle donne veniva manipolato ancora e ancora.
Jean Jacques Rousseau scriveva:

L’uomo deve confinare la donna alle incombenze del sesso femminile, lasciandola nella profonda ignoranza di qualsiasi altra cosa. E poi ancora: Le donne devono essere allenate fin dal principio a portare il giogo, a padroneggiare i propri capricci, a sottomettersi alla volontà altrui”

Altrui! Dell’uomo.

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La donna è un “non-uomo”, di Luce Irigaray

Fatto è che, tanto la filosofia quanto la psicanalisi -da Freud a Lacan– hanno favorito che si accrescesse sempre di più una gerarchia fallocentrica.
La psicanalista e filosofa belga, Luce Irigaray, mise un accento su tutta la faccenda e lo scrisse in “Speculum”, un’opera del 1974.
Il succo della sua tesi di laurea è questo:

… la donna è vista come un non-uomo”

Il significato di questa frase, che pare essere uno slogan ma invece è la considerazione di una studiosa, ha a che fare unicamente con il sesso, la donna cioè non possiede l’organo genitale giusto.
Ma come? Siamo procreatrici, senza di noi non vi sarebbe la continuazione della vita umana e … non abbiamo l’organo genitale giusto?
Potrebbe far ridere, eppure, tanto è veritiera che a questa  studiosa, Luce, costò l’espulsione dall’Università di Vincennes e anche l’interruzione dei rapporti con Lacan e con la Scuola Freudiana di Parigi.

La parità dei sessi non esiste

Oggi viviamo nell’era del digitale, certamente la donna non abbassa più la testa, non come nei secoli che ci hanno preceduti, ma la parità dei sessi non esiste.
Inutile che venga propinata quasi fosse il giusto ricucimento di un grosso strappo, è solo un inganno.
La Costituzione, nel 1948, sancì una parità tra i sessi che non è mai avvenuta nella realtà. Non esiste. Non esiste nel lavoro, dove il maschilismo è un dato di fatto che ridonda e il presunto salario paritetico una presa in giro; e non esiste in moltissimi nuclei familiari, dove le donne continuano a sottostare al volere dell’uomo, quand’anche a morire per mano sua.
Ma attenzione perché la parità non esiste negli ambiti più disparati.
Dalla politica allo sport la donna deve fare sempre due passi più dell’uomo, e non per raggiungerlo, piuttosto per stare uno scalino sotto di lui.
Un sistema algebrico ben studiato che, è evidente, non permette alle donne di riuscire ad emergere, pur avendone esse l’attitudine, la capacità, le qualità, la voglia e, diciamolo, anche il diritto.

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La colpa delle donne è accontentarsi delle quote rosa?

Pensiamo alle quote rosa. Voi davvero credete che le quote rosa siano misure a tutela della donna e le facciano avere un posto in società? Burle, tutte burle.
Si burlano delle donne.
Il meccanismo che assicura alle donne un posto all’interno di strutture sia pubbliche che private è un bluff. Semmai le quote rosa frenano la donna, e consentono all’uomo di custodire la sua metà della torta.

E se ci ritrovassimo in minoranza?”

… questa deve essere stata la domanda che ha fatto traboccare il vaso!
E gli uomini sono solo corsi ai ripari con le loro stupide formulette paracule.
Le quote rosa. Brrr il solo nome mi fa rabbrividire. Mi suona da sempre come una ghettizzazione.
Le firmatarie sono state due donne, Lella Golfo e Alessia Mosca. Forse non hanno pensato che con quella pari condizione avrebbero favorito più gli uomini che le donne.
E tra l’altro le quote rosa non hanno mosso nulla, sono rimaste fini a loro stesse.

Cambi di direzioni nella storia: donna e lavoro

Dall’avanzata delle suffragette, iniziata nel 1789, passando per l’attivista politica, Emmeline Pankhurst, fino ad arrivare al diritto al voto per le donne, gli uomini si sono solo preoccupati di come arginare il fenomeno.
E però un semino piccolo piccolo era stato piantato e aveva cominciato a mettere radici e a propagarsi nel sottosuolo.
Dal 1960, poi, la svolta: le donne ottengono di impiegarsi nelle cariche pubbliche, poi di ambire alla carriera prefettizia, e per ultimo anche a quella militare.
Quindi diciamo che a un certo punto le donne dilagano e dilagando raggiungono una loro indipendenza, iniziano perciò a camminare con l’andatura fiera.
Complice sicuramente l’alfabetizzazione, il progresso, l’arrivo del digitale, la società cambia e di conseguenza anche le donne cambiano. Gli uomini no. Gli uomini temono di essere superati, e che quello stacco che qualcuno aveva intravisto secoli prima, si compia.

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Pittrici e donne in carriera: la donna avanza

A corredo di questo articolo ho voluto appositamente scegliere delle pitture in cui la donna è raffigurata in tanti modi diversi.
Nell’arte come negli altri ambienti, il muro dell’ignoranza è caduto solo grazie a donne coraggiose e a uomini intelligenti che le hanno sostenute.
Alcune artiste per esempio sono riuscite ad entrare nelle Accademie e studiare, un diritto allora negato alle donne. E poi, con un grande salto temporale, sono entrate nei CDA di aziende importanti, come dirigenti di multinazionali, nei rettorati universitari, sono entrate in politica.
Sì, sempre più donne hanno ottenuto ciò che volevano.
Ma tutte le altre che sono rimaste ferme a quando in Grecia o nell’Impero Romano era concesso loro solo di servire a tavola una coppa di vino? Di quelle donne chi se ne cura?
La colpa delle donne non può essere quella di non saper reagire, perché ci sono fragilità che non si risolvono autoconvincendosi di essere forti.

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Gli ostacoli posti dal patriarcato

La parità non esiste, dunque. Esistono solo alcune donne che ce la fanno.
La discriminazione esiste, quella sì, pur essendo le donne più abili. Anzi, esiste proprio perché gli uomini sanno di non poter procreare e gestire più cose contemporaneamente.
Alcuni di loro continuano a utilizzare il loro membro maschile come un’arma, visto che qualcuno gli ha detto che è l’organo genitale giusto per stare al mondo.
Finirà mai il patriarcato e quelle formulette che ci scimmiottano davanti agli occhi per darci un contentino?
In altri tempi, il sistema algebrico issava gli ostacoli per farci cadere, oggi ci tolgono gli scalini da sotto i piedi per creare il vuoto, l’incertezza, per boicottare ogni sforzo. Perché sanno che per reagire serve nuovo coraggio, nuovo slancio, nuove energie.
Immaginate una donna che corre corre corre. Impila mattoncini uno sopra l’altro. Vede fiera il frutto del suo lavoro. Ma poi puff, questi ricadono giù. Il sabotaggio di una classe di uomini ha mandato in malora i suoi sforzi. E lei che fa? Si ritira su’, reagisce e ricomincia a correre correre correre, fino a ricostruire un altro sogno. Ma anche quei nuovi mattoncini diventano macerie. E lei che fa? Si ritira sù e via via, all’infinito, le si ripetono davanti agli occhi le stesse misere scene.

La colpa delle donne è essere donne

Colui che quel giorno ha deciso che ci saremmo dovute conquistare le giornate, una per una, e guardandoci sempre le spalle, ha creato il più grande squarcio sulla Terra.
A lui e a tutti quelli che dopo di lui lo hanno continuato ad allargare mi sento di dire: non fermerete mai il passo di una sola donna, figuriamoci quello di tutte.

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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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