Finalmente, eccomi

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Eccomi,
preda metaforica del tuo bisogno di centuplicarti.
Mi hai accerchiata, offesa, ferita
come se il tuo fosse un potere inesauribile.
Sei scaltro, diabolico, ossessivo
non ti fermi, non mi molli
ma io non mollo, sai,
non avrai il mio cuore.

Sì, me l’avevano detto
sapevo che sarebbe stata una battaglia
sapevo che avresti armato un esercito
ma io il tuo esercito lo ingoio e me ne frego.
No, non ho lo scudo
non l’ho voluto.
Non amo i ricatti.
E non ho una spada
un elmetto, niente!

Eccomi, dunque
sono a mani nude davanti a te
che tremo, sì,
ma non arretro.
Voglio guardarti in faccia,
alla fine sei entrato in casa mia
non posso che isolarmi e isolarti,
sei un invasore inopportuno.
Tengo stretti i denti
questi sono i momenti in cui partecipare è una stronzata:
devo vincerti.

La tempesta è iniziata
la sento sotto pelle, in gola, nelle orecchie
tutto brucia, è in fiamme
ma non brucerai casa mia.
Semmai mangerò il fuoco che ti alimenta
sono pronta da tre anni
e ora che sei qui non ho paura
sono felice di combatterti a mani nude e senza scudo.

Eccomi,
non mi hai terrorizzata fino a oggi
non lascerò che tu te ne vada in gloria.
Continuerò a viaggiare, volare, sentire
mentre tu,
ciao,
sarai “passato”
spero di non rivederti mai più.

 

 

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