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Adotta un ulivo del Salento e dedicalo a chi ami

Il Salento infestato da Xylella, il batterio assassino che ha costretto allo sradicamento delle piante, si rialza grazie ai ragazzi di OlivaMi

di Emanuela Gizzi
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La campagna di chiama “Adotta un ulivo, Salva il Salento” ed è la prima volta che non mi da noia ricevere un post sponsorizzato.
Il progetto è lodevole e anche molto, molto poetico. L’Associazione no profit che lo ha ideato si chiama OlivaMi.

Il Salento ai tempi de lo Xylella

Si tratta di un dramma iniziato già nel 2008 quando il batterio Xylella Fastidiosa arrivava in Italia dalla Costa Rica, annidato in alcune piante di caffè.
La Community Manager di “OlivaMi”, Chiara Nocco, ricorda quei momenti con dolore “il primissimo caso si è verificato a Gallipoli. Immaginate di vedere un albero seccarsi improvvisamente e, nel giro di poco tempo, di vedere accadere la stessa identica sorte a tutti gli altri. Prima quelli immediatamente intorno e poi tutti gli uliveti del Salento”
L’estensione del fenomeno prese il nome di CoDiRo, Complesso di Disseccamento Rapido dell’Olivo. All’epoca non si capirono subito le cause di tale devastazione, né tantomeno il reale pericolo di un’estinzione di massa degli ulivi secolari. Solo dopo vari studi si individuò questo batterio che fungeva da vettore del patogeno.
“Sì, la Xylella Fastidiosa. I vasi linfatici della pianta -che approvvigionano l’acqua e i sali minerali- vennero ostruiti dal batterio e questo disidratò completamente le piante”.

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L’Ulivo, un prodotto d’eccellenza dell’Antica Grecia

La Xylella, in pochi anni, ha succhiato via la vita degli ulivi del Salento.
Lo scenario devastante, a cui gli agricoltori hanno assistito senza potersi difendere, ha come tolto l’identità culturale a questa regione italiana che, quattrocento anni fa, decise di basare la propria produzione agroalimentare sull’olio d’oliva.
Un prodotto d’eccellenza, l’ulivo, un albero simbolo di prosperità e benessere.
In Grecia, ad Atene, proprio sulla famosa Acropoli, la dea Atena vinse la battaglia contro il dio Poseidone offrendo agli ateniesi un albero di ulivo. Gli ateniesi videro subito in quel monumento naturale una fonte inestimabile di vita, di longevità, di rivoluzione.
Però succede che, invece, in questa epoca la disattenzione e la troppa burocrazia abbiano portato a un’inversione di marcia. Così, nel 2019 il Salento ha gridato, sconvolto, la sua perdita. I salentini sono rimasti a veder morire i loro figli e gli agricoltori, soprattutto, hanno visto disintegrarsi il lavoro di una vita.
Non c’era una “dea Atena” a restituirgli le piante andate perse. Almeno, non fino al 2021.

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Apro il post sponsorizzato e adotto un ulivo del Salento

Innanzitutto sono umanamente vicina al dramma vissuto dai salentini e dagli ulivi, ma quello che mi ha attratta nel post è il sottotitolo, leggo: “dai un nome all’ulivo che adotterai”.
Ho empatizzato subito con questa forma di resilienza e, immediatamente, la prima immagine che mi è venuta agli occhi sono state le stelle.
Anche alle stelle puoi dare un nome, ti consegnano una mappa astrale e lassù, in un punto imprecisato, una stella porta il nome di una persona cara.

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Poi subito dopo ho pensato “tra un po’ sarà il 21 luglio, mamma e papà avrebbero festeggiato 50 anni di matrimonio”, quindi non ho avuto dubbi sul nome da dare alla pianta “Dino e Carla”.
Quindi, lo adottiamo un ulivo del Salento, io e mia sorella Stefania, ci arriva subito il certificato e sul certificato, in basso, c’è un QR code, inquadrandolo è possibile trovare la posizione del nostro albero di famiglia.
Mi commuovo solo al pensiero che c’è un “fratellino” nel Salento che porta il nome dei miei genitori e, soprattutto, penso alla faccia di mamma quando le daremo il certificato che attesta questo possedimento prezioso.

Adotta un ulivo del Salento e fagli visita

La vita può sorprenderci sempre, anche nel dolore, si possono trovare alternative e si possono trovare tanti modi per festeggiare, anche se il festeggiato non c’è più.
Chi muore vive nelle parole che restano, e adesso vivrà per sempre anche tra le fronde di un piccolo ulivo che diventerà grande e che andremo a trovare.
Sì,  l’albero adottato si può andare a trovare nel Salento. Somiglia a una cosa insolita, eppure è così bella, così piena di magia.

copertina-del-libro-l-uomo-che-piantava-gli-alberiTutto torna sempre a “L’uomo che piantava gli alberi”

Stranamente nella mia vita, di tanto in tanto, salta fuori un libricino che un giorno presi all’Ente Parco di Veio, si intitola L’uomo che piantava gli alberi.
Ci sono degli eventi che me lo ricordano e questo è uno di quelli.
Scriveva Jean Giono:

L’albero rappresenta, fin dai tempi più antichi, il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio e della saggezza”

per questo, quindi, affida al suo protagonista, Elzéard Bouffier, il compito di riforestare un’arida vallata ai piedi delle Alpi francesi, toccando così l’anima dei lettori con una metafora poetica.

Quei ragazzi che salvarono il Salento

E in Salento lo stanno facendo davvero. Il progetto “Adotta un ulivo, Salva il Salento” nasce nel 2021, a seguito di una sempre più massiccia sollecitazione dei turisti inglesi che vedendo la devastazione non la accettano, si arrabbiano e sollecitano le persone del posto a salvare il salvabile.
“Sì, fu proprio grazie a una loro espressione-fatevi aiutare dalla popolazione- che venne l’idea delle adozioni” mi dice Chiara Nocco, che poi aggiunge “Sono stati i soci di OlivaMi e il Presidente, Alessandro Coricciati, ad averla e a svilupparla. Volevano salvare gli ulivi resistenti al batterio e aiutare gli agricoltori a piantarne di nuovi ma servivano dei capitali…”.
Possiamo definire OlivaMi una dea Atena in carne e ossa? Io penso proprio di sì..

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Adotta un ulivo del Salento e regala speranza

L’opera di riforestazione, costruita da questo gruppo di ragazzi pieni di coraggio e idee, è l’espressione più vera di un sentimento: c’è in questo intervento dal basso il senso della vita, del dovere, della collaborazione.
Innanzitutto, con le adozioni, nuovi ulivi stanno riprendendosi il posto che meritano, non dimentichi che li, prima di loro, hanno vissuto i loro “avi” centenari, e molti anche millenari .
Un cimitero di vite nuove, dunque, un luogo simbolo di futuro è nato e vuole regalare agli agricoltori locali non solo la speranza ma anche una mano solida e reale per ripartire.

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L’importanza di piantare alberi in Salento e nel mondo

Gli ulivi sono silenziosi, tutt’al più sibilano quando il vento muove i rami e le foglie, non a caso sono il simbolo della pace.
E, proprio per questo loro stile di vita, per il messaggio che portano con sé, c’è sempre più bisogno di vivere sotto la loro ombra.
Io mi fisso sempre a pensare che la chioma stupenda di un albero, quando il sole cuoce, può riparare più persone insieme, e anche più animali. E che dalla sua spremitura possono trarre beneficio altrettante persone. Quindi penso che il suo valore, oltre ai frutti che produce, è dato proprio da questo rapporto quasi-matematico.
Basta domandarsi: quante vite sono in debito con un ulivo? Da questo si può trarre il suo valore e quindi l’importanza di piantarli.

Trovo molto affine una frase di Erri de Luca, che scrisse:

Un albero è vivo come un popolo più che come un individuo, abbatterlo dovrebbe essere compito solo del fulmine.

L’ulivo contro la CO2

La Xylella non è un fulmine ma non ha guardato in faccia a nulla, è passata sulle campagne salentine e come una zecca tignosa ha svuotato i tronchi degli ulivi.
Noi non possiamo parare i fulmini ma abbiamo il dovere di piantare più alberi, perché il mondo è un posto più bello se è verde.
Senza contare che è anche un nostro diritto difenderci dal cambiamento climatico -viste soprattutto le scarse azioni politiche attuate finora dai potenti della Terra-.
Un albero di ulivo sottrae all’atmosfera 730 Kg di CO2 l’anno, ciò significa che un ettaro di terra devoluto all’olivicoltura elimina 9,5 tonnellate di CO2 l’anno.
Già solo per questo doppio, anzi, triplo lavoro dell’ulivo, bisognerebbe creare giardini pieni di ulivi.

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Difendiamo l’ulivo italiano e il Made in Italy

Ma, contribuire alla riforestazione è anche un modo per dare un segnale all’Italia: ci siamo, vogliamo esserci e vogliamo tutelare il Made in Italy, pretendiamo che sulle nostre tavole arrivi un prodotto con la bandierina bianca rossa e verde, visto che ce lo possiamo permettere.
Lo dobbiamo alla Terra, soprattutto, sempre più arida e fragile, e lo dobbiamo a chi amiamo, perché il tempo non è nostro lo dovremmo riconsegnare, ed è meglio aver fatto qualcosa di utile nel frattempo, perché il passaggio di un individuo non sia stato solo un respiro inascoltato ma una cassa di risonanza per una moltitudine di individui.
Lasciare un’eredità fruttuosa è il compito che ci dobbiamo dare.
Proprio come la filosofia di OlivaMi che ha trovato la forza di “aggiustare” la terra ferita.

Adottanti di ulivi, fatevi avanti!

  • Possono contribuire i singoli, come me, decidendo di adottare un ulivo o più ulivi
  • oppure le aziende, per creare il loro giardino aziendale.
  • Se ti stai per sposare sarebbe carino regalare agli invitati una bomboniera speciale, utile, originale, solidale, sostenibile: il certificato che attesta l’adozione di un ulivo.
    Puoi scrivere una dedica all’invitato e fargli recapitare una bottiglia di olio evo, magari ad Ottobre, quando le olive diventeranno oro.

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Il mio recita così:

L’Ulivo “Dino e Carla”
Codice adozione 31005
Piantato il 21 Luglio 2023

con la dedica speciale:
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Non potrai festeggiare con papà… ma la vostra unione di 50 anni fa, sarà consacrata a questo ulivo che vive in Salento. 
Buon Anniversario, mamma!”

Bevi l’olio d’oliva del Salento: Leccino o Favolosa?

Hai capito bene, se adotti un ulivo ti arriva a casa una bottiglia di olio extravergine di oliva.
Non ti sembra, oltre che una buona azione, anche un buon investimento?
I tipi di ulivo che resistono alla Xylella sono il Leccino e la Favolosa, quindi condirai le tue pietanze con un olio speciale.
Il primo, regala note fruttate e piccanti; il secondo, note dal retrogusto tra l’amaro e il piccante.
Se visiterai il tuo ulivo riconoscerai subito queste due varietà: il Leccino ha una chioma più rada, le foglie verdi brillante e le olive tonde e rossastre; la Favolosa tutto il contrario, ha la chioma fitta, le foglie verde scuro, le olive sono grandi e violacee.

Adotta un ulivo del Salento e alloggia nelle strutture convenzionate con OlivaMi

Per ultimo, quando vorrai scendere in Salento, per viaggiare, vedere le bellezze di questa terra e per fare visita al tuo ulivo, avrai un coupon da spendere presso le strutture convenzionate che hanno aderito al progetto “Adotta un ulivo del Salento”. Sono alloggi, lidi e servizi in loco a tua disposizione.
Quell’economia circolare che rimette in moto tutti.

Dai un nome all’ulivo del Salento

Non dimenticare che puoi dare un nome all’ulivo, un gesto simbolico bellissimo e che rimarrà per sempre inciso sulla terra.

 

Che aspetti?

Ps. Grazie Chiara Nocco, viva i ragazzi del Salento e l’olio salentino

Pillola poetica

Rinascere Albero

da Piccoli Pensieri Polverosi

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Gli alberi del Crémera

la mostra fotografica

Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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