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Lara11: Lara Garagnani prima dei gioielli e di Instagram

di Emanuela Gizzi
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Lara11, il simbolo di una conquistata libertà, di femminilità e pazienza, il marchio legato a tre date importanti e una visione di vita

Lara11 potrebbe ispirare molte giovani donne, anzi, sono certa lo sta già facendo. Me compresa. Ma partiamo dall’inizio.

Piccole Comunioni

Incontrare persone che abbiano a che fare con l’arte è sempre un grande privilegio, anche se Lara Garagnani non si ritiene un’artista, più una “manovala”. Il che mi fa sorridere pensando alle sue creazioni artigianali, così fini, espressione di un mondo interiore che sa sognare.
Però, a pensarci bene, anche io mi sento qualcosa di diverso da una scrittrice. Sì, perché gli artisti che decido di intervistare lasciano cadere un seme tra le mie mani, e io quel seme lo posso far diventare grande. Lo posso concimare, gli posso togliere le foglie gialle, e lo posso mettere al sole, mostrarlo a tutti.
Chi mi apre il suo cuore sa che mi sta affidando pezzetti privati della sua vita.
La sensazione con Lara è esattamente questa. Lasciamo stare la mia stima per lei, il mio affetto.
Siamo diventate amiche negli anni.
Parlo più dal punto di vista della scrittura: il compenso per il mio lavoro, che è prima di tutto di ascolto e poi di assemblaggio, è proprio quello di sentirmi una contadina che pianta e innaffia i semi.

Piccoli grandi ricordi

La storia di Lara mi piace, per certi versi somiglia alla mia. Così, mi è facile, al momento del raccolto, metterla su un foglio…
Appena ci siamo sedute, un ricordo ci ha unite subito. Abbiamo parlato di suo nonno e di mio nonno, e delle bucce delle patate. Sì, le bucce delle patate. I nostri nonni durante la guerra mangiavano quelle per sfamarsi. Ed è stato strano sentirle raccontare qualcosa che avevo ascoltato solo dalla bocca di mio nonno Mario. Che crudeltà quella vita.

Lara11 nasce dalla campagna

Lei ha vissuto con i nonni, oltre che con i genitori. Sa dare un valore onesto agli affetti, alla famiglia. E’ vissuta fino a 10 anni nella casa che era dei nonni. In aperta campagna.

Ero tipo una zingara da piccola, vivevo all’aria aperta, facevo di tutto, anche salire sugli alberi. E, possedevo un’accetta… oggi, chi darebbe un’accetta a una bambina?
Io mi ci ricavavo dei passaggi nel bosco. Ero proprio un maschiaccio.
Però quel tipo di libertà tra gli alberi, gli animali, la Natura, mi ha insegnato a cercare sempre delle soluzioni.
E poi mio nonno mi insegnava tante cose. Per esempio ho imparato a intagliare le patate nei punti in cui germogliano e a ripiantarle. Vederle crescere sapendo che gli avevo dato io la vita, con le mie mani, era una sensazione impagabile. Così ho capito quanto valore hanno i semi.
Un po’ come te con i Semi di Luna, te li custodisci… è una cosa bella”.

Un trasloco tormentato

Lara ricorda gli alberi da frutto del nonno come esseri giganti, lo stesso, l’ippocastano, invece quando ci torna, da adulta, scopre un mondo molto più piccolo di quel che era scolpito nel suo cuore.
Quegli alberi, tra l’altro, sopravvivono al tempo e ai cambiamenti.
Chi ha acquistato la proprietà dopo i nonni ne ha fatto una cava di ghiaia e ovviamente ne ha modificato il territorio, oltre che i suoi ricordi d’infanzia. Però quando lei ci capita, il conforto di quegli alberi la fa ancora sentire al sicuro.
E’ una violenza, per Lara, separarsi da quella casa: per dieci anni era stata la sua casa. Quindi quando si trasferisce con i suoi genitori a Pianoro, un paesino a 15 chilometri da Bologna, rimane rintanata nella nuova abitazione, e senza parlare, per circa un anno. Non ha mai accettato quel trasferimento. Quella è ancora la sua casa, quelli i suoi alberi, quella la sua pianura.
Già, la pianura, soprattutto la pianura. Perché la sente come un habitat giusto per sé stessa: le grandi distese dove l’occhio può spaziare verso i campi coltivati e la luce. Dove tutto parla di grandi possibilità e di una visione a lungo raggio.

Dalla campagna a Bologna a Roma

La campagna mi ha insegnato a vivere e a sopravvivere. Impari tutto quello che c’è da sapere per vivere bene e onestamente.
Correvo e mi pareva di domare la Natura; toglievo il necessario, come i rami secchi, e lasciavo ciò che serviva. La Natura non va scarnificata, solo accompagnata. Un meccanismo di apprendimento che nemmeno una scuola può insegnarti.
Sono stata tanti anni a Pianoro, dopo la casa dei nonni, ma in età adulta mi sono trasferita a Bologna. Ho vissuto in una mansardina, e poi ho fatto un passo più lungo, Roma, per seguire James”

 

A Bologna lavora in una clinica privata, nel reparto di radiologia e diagnostica per immagini.
Il suo ruolo è amministrativo, cioè fa tutto:  segreteria, accoglienza, accettazione, refertazione.
Insomma un lavoro completamente diverso da quello di Lara11! Però con un bel gruppo di lavoro, i suoi colleghi sono splendide persone.

Il periodo “negativo”

Quindi a un certo punto arriva James a stravolgerle un po’ i piani. La porta a vivere a Roma e dopo poco dà alla luce Eleonora, una bambina bellissima, con gli occhi grandi e il temperamento ribelle. Ma il trasferimento non cambia i suoi piani lavorativi, trova di nuovo un posto nell’ambiente sanitario.
Ha esperienza ed è brava nel suo. Per un po’ si accontenta di tutto questo. Però, le vicissitudini della vita sono strane e, a un certo punto, il suo piccolo mondo crolla, come una montagna che frana improvvisa, e trascina con sé, case, valli, torrenti.
Succede che l’ambulatorio dove aveva trovato lavoro, chiude, il secondo laboratorio dove si sarebbe dovuta trasferire fallisce improvvisamente. E, come se non bastasse, il suo rapporto con James si spezza fino alla separazione.
Potrebbe sembrare quasi che uno spirito si stia divertendo a metterle i bastoni tra le ruote. Questo periodo “negativo” la porta a doversi confrontare soprattutto con sé stessa.
Non è indolore, il malessere la circuisce, ma Lara ha una qualità che hanno in pochi: sa vedere oltre.
Così, nel disagio si trova ad intraprendere una piccola avventura.

Inizia, quasi per gioco, a creare gioielli.

Quindi è così, Lara11 inizia per gioco?

Sì, avviene per caso ma, a volte, la vita ti sa sorprendere se glielo lasci fare.
È iniziato tutto davanti a una vetrina. Mi colpì una collana, era seducente ma carissima. Non me la potevo permettere assolutamente.
Caso vuole, però, che fossi vicino al mercatino dell’Olgiata, sulla Cassia, e che proprio su un banco c’erano esposte pietre, pinze e pezzi di catena.
Comprai le pietre che mi ricordavano quella collana. Mi misi al lavoro e ne creai una molto simile.
Non era la stessa collana ma avevo comunque creato dal nulla qualcosa che non immaginavo potessi fare.
La indossai in alcune occasioni, e le mie amiche lì a dirmi -che bella, dove l’hai comprata?- così quando rispondevo che l’avevo fatta io, tutte me ne chiedevano una copia”.

Quella manualità che le torna utile

Complici questi eventi Lara decide di reinventarsi e avviare una piccola attività “artigiana”. Non è sicurissima, ma le scatta qualcosa dentro. Tra l’altro può lavorare da casa, il che non le dispiace: affidare sua figlia a una baby sitter non era esattamente tra i suoi piani. E sinceramente non ha nemmeno i soldi per pagarla. Così, nella sua testa, l’idea di fare gioielleria si rafforza. Può finalmente essere padrona di sé stessa.

“Questo lavoro mi piacque subito tantissimo. Ma sai, sono stata anche molto fortunata, avevo dalla mia questa gran manualità, dovuta forse alle mie origini campagnole. Comunque, mi sono ritrovata nella stessa situazione di allora quando con le mani, per ricavarmi una strada, la ripulii con l’accetta”.

La pazienza è la virtù dei forti… e delle donne coraggiose

Lara Garagnani diventa a tutti gli effetti Lara11, una designer di gioielli. Le manca solo un piccolo passaggio intermedio, cioè il disegno.
Il progetto, come lo chiama lei, è nella sua testa e, dalla testa, passa immediatamente nelle mani. Non sa disegnarlo ma questa mancanza non le fa da muro perché riesce a trovare altri modi per esprimere ciò che ha dentro.
Quello che sa, è che questo lavoro le insegna ogni giorno come affrontare la vita senza fare passi indietro. Un pezzetto per volta, una conquista per volta.
Un allenamento costante che ha smantellato perfino la sua nota impazienza. Ora, piuttosto, è la pazienza a primeggiare, perché costruire un gioiello significa sbagliare mille volte. E lei non può permettersi di peggiorare l’errore scoraggiandosi. Deve resistere.

Lara11 è soddisfatta?

Beh, tanti piccoli obiettivi raggiunti diventano una strada a un certo punto.
Questo mestiere ha curato perfino la mia insicurezza. E, nella disgrazia di quei lavori persi e di una situazione coniugale fallimentare, mi sono data l’opportunità di riscattarmi e di liberarmi.
Sono andata avanti per gradi: un mercatino, un po’ di guadagno che subito reinvestivo, e tanta, sacrosanta pazienza. Senza mai arrendermi”.

Cuore-votivo-di-Lara-Garagnani-emanuela-gizzi-mapping-lucia30_2L’incontro che le apre un portone

Poi un giorno incontra Monica. Lei ha un negozio di abbigliamento a Roma. Monica decide di prendere con sé una quindicina di gioielli di Lara e di esporli al negozio. E da quel momento iniziano una fitta collaborazione.
Lara, i fine settimana li passa in negozio da Monica: diventano non solo colleghe ma amiche inseparabili.
Si dà da fare come può per aiutarla e nel mentre, vende anche i suoi gioielli.

“Se non fosse stato per Monica non sarei qui. A lei devo tantissimo, ha creduto molto in me, mi ha dato un’opportunità che mi ha aperto altre porte, mi ha aiutata a crescere. E poi era un passaggio importante quello di passare da un mercatino ad un negozio.Spesso i mercatini sono frustranti, il prodotto che vendi è lo stesso ma te lo chiedono scontato, come se il tempo e la creatività che gli hai dedicato non fossero di qualità così come quelli che si vendono in negozio”.

Il marchio Lara11

I piccoli passi diventano sempre di più, sempre di più. E il suo marchio comincia a circolare.
Oltre alle amiche, che adorano i suoi pezzi, si crea una piccola clientela. E inizia anche a gestire una sua pagina Facebook dove pubblica le creazioni firmate Lara11.

Perché questo numero? Le chiedo.

“Sembra pazzesco però mio padre è nato l’11 giugno, mio nonno l’11 luglio e mia nonna l’11 agosto. Io sono nata l’1 – 1. Insomma avrei mai potuto scegliere un altro marchio? Così me li porto dietro tutti”.

L’ingresso dei Social nella vita di Lara

È in nel contesto “Social” che la contatta una blogger. Questa le chiede di spedirle qualche gioiello, sotto forma di collaborazione, lei lo fa, si fida.
Le visualizzazioni dei suoi prodotti si moltiplicano vertiginosamente. Capisce quindi di quanto i social possano far incrementare il volume di affari. Non ci capisce nulla di social, a malapena gestisce la sua pagina. Ma non molla, sa che quella strada ha un potenziale, e vuole comprenderne l’andamento.

E come inizi a capire che puoi vendere online?

Ero al mare in quel periodo dei grandi cambiamenti. Lavoravo nel negozio di un’amica e nelle pause me ne andavo sulla spiaggia. Avendo un po’ di tempo mi misi su Facebook e quando mi comparve la parola -sponsorizza il tuo post-, decisi di provare.
Subito, nell’immediato mi arrivarono degli ordini. Per fortuna il negozio di questa mia amica era di fianco ad un ufficio postale. Era la prima volta che vendevo tramite l’online, così, per non perdere il campo guadagnato, spedivo pacchetto per pacchetto da quella Posta.
Li impacchettavo e li inviavo.
Era decisamente una vendita maccheronica, senza capo ne coda. Perfino le sponsorizzazioni le facevo non tenendo conto delle targhettizzazioni, degli algoritmi e quant’altro.
Però, presa da queste piccole vittorie decisi di studiare, capire cosa avrei dovuto fare per migliorarmi”.

Lara11 fa un salto di qualità: compare Instagram

Poi arriva il lockdown.  Lo stacco dal negozio le pesa, non vede la sua amica Monica, non ha più il senso del tempo.
Ma, superato il primo stallo, si dice ancora una volta che non necessariamente deve essere un momento, in assoluto, negativo. Lo è, ma potrebbe essere anche un’opportunità. Inizia in questo tempo “morto” ad approfondire gli aspetti della sua Comunicazione, a primo impatto così ostile.
E il passaggio da Facebook a Instagram è quasi obbligatorio. Instagram ha una potenza e uno spazio, ideali per i prodotti di Lara11.
Una volta compresi i passaggi, e dopo aver trasformato il suo profilo da personale a business, non le resta che aprire la partita iva e iniziare a viaggiare sulle sue gambe.

Quindi il lockdown è la svolta!

Con grande dispiacere per Monica. Perché non la volevo proprio lasciare, era stato bello il nostro percorso insieme. Ma le richieste mi sono cominciate a lievitare nelle mani. Pur volendo, non avrei potuto fare entrambe le cose.
E non potevo essere più solo un’artigiana. I miei pezzi piacevano, ho cominciato a vendere anche all’Estero. Quindi capii che mi serviva qualcosa di più di un semplice Facebook e di un semplice Instagram. Ho passato tutto ai piani Business, anche Whatsapp, che mi aiuta tantissimo perché ha la sezione -catalogo-, dove ho tutto a portata di mano, e le risposte automatiche, che decisamente mi salvano la vita”.

Firmato Lara11

Lo stile di Lara11 è un processo in evoluzione. Ovviamente nel rivede le sue prime creazioni mi confida che le fanno tenerezza. Ma è normale. Non è cambiata solo la moda o il gusto, è cambiata lei. La sua maturazione interiore l’ha portata a rivoluzionare anche il suo modo di intendere un gioiello.
Conquiste, visioni, nuove idee, sperimentazioni e la famosa pazienza, sono tutte lì, nelle sue collane, negli orecchini, nei bracciali, nei simboli che ha deciso di adottare. Angioletti, piastrine con le iniziali, cuori votivi, corni scaramantici, animali d’oro, pietre colorate e pietre di vetro, elementi passionali, misteriosi, creativi. Ma soprattutto Lara11 è nelle emozioni che questi sanno provocare.

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Oggi hai trovato la tua linea compositiva?

Ho dovuto sbagliare tantissimo per crescere. E non mi sento mai arrivata, ho sempre bisogno di imparare e di sbagliare. Avevo una dote, è vero, anche se non lo sapevo. È stato quel momento negativo a tirarmela fuori dallo stomaco.
Ma sento di avere più manualità che arte, e più bisogno di armonia che desiderio di vendere a tutti i costi.
Quando una cliente mi chiede di togliere un componente a una collana o a un orecchino, preferisco rinunciare alla vendita.

Ti spiego perché: studio ogni pezzo che inserisco in un gioiello, studio cioè la sua composizione. Come per te la fotografia. Quando fai una foto la composizione è data dai canoni che ti sei imposta, giusto? Ecco, togliere un componente a una collana significa mandare in giro un mio pezzo che però non mi somiglia. Troverei quel prodotto disarmonico, distante da Lara11. Io sono, prima di tutto, il mio biglietto da visita, non un oggetto qualunque in vendita”.

Ci vuole allenamento per essere “artisti”

Questo lavoro per Lara Garagnani non è più un passatempo, un gioco. Lo prende molto seriamente e quando assembla i componenti ha perfettamente chiari in testa gli spazi, la metrica, i colori che vuole usare. E fa crescere tutto insieme per dargli un equilibrio.
È diventata una donna sicura e consapevole del proprio mestiere e delle proprie capacità. Ha lavorato duramente per capovolgere la sua vita, dare un futuro a sua figlia.
Ma non si sente una di talento, anzi, mi racconta la storia di un suo amico per farmi capire cosa intende quando dice che è una “manovala che si allena”.

“Lui era il meno talentuoso tra i suoi colleghi, lo diceva da sé, così per stare al loro livello si allenava 4 volte tanto, moltiplicava i pani, raddoppiava il suo carico di lavoro.
Gli altri, però, che erano vissuti solo di talento ma non lo avevano allenato abbastanza, si erano persi per strada. Lui, invece, è arrivato molto più lontano proprio perché aveva saputo far fruttare il poco talento che aveva”.

E ci vuole costanza per non mollare, parola di Lara Garagnani

Quindi pazienza, manualità, allenamento e … ultima parola: costanza.
Lara Garagnani è una donna costante per lo stesso motivo per cui non venderebbe mai un gioiello a suo avviso disarmonico, le darebbe noia venire meno ai suoi piani.
Quindi ha mantenuto la rotta, tenuto il timone ben saldo tra le mani. Non si è mai arresa e, anzi, nelle difficoltà, è rifiorita quella capacità che aveva da piccola di trovare le soluzioni.

E Lara11 si guarda bene dal copiare il lavoro altrui!

Certo, assolutamente. Non mi darebbe gioia copiare. Non crescerei, no? Meglio scavare nelle proprie di idee, nel proprio di animo, sbagliare magari, ma realizzare una cosa che ho pensato io.
Questo lavoro mi ha aiutata a realizzarmi, a realizzare dei piccoli sogni per le mie clienti. Sono fiera di me oggi. Ho compensato gli errori con bei prodotti.
Se copiassi, perderei l’effetto benefico del lavoro fatto su me stessa. Lavorare con la farina del proprio sacco da’ un certo equilibrio, uno stato mentale di indipendenza, e genera molta autostima”.

Da pochissimo Lara11 si è trasferita dal Borgo di Formello, dove ha vissuto diversi anni, a Riccione.
Ti auguro una vita splendida che può meritare solo una donna splendida come te.

L’ultima domanda che faccio a tutti: “Lara cos’è per te l’Arte?”
“Semplice, è quello che dà piacere agli occhi, e che trasmesso al nostro corpo e allo spirito, fa stare bene!”.



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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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