Semplice, la Storyteller scrive contenuti
Cosa fa la Storyteller? Questo lavoro è piuttosto faticoso. Non tanto da svolgere, quanto da spiegare.
“Che lavoro fai nella vita?”
“La Storyteller”
“Mhh?”
“Scrivo contenuti per i siti, per i blog, le pagine personali”
“Mh?”
“Ti faccio un esempio: tu sei una psicanalista, no? Ecco, magari ti serve di creare un sito per pubblicizzare il tuo lavoro, o rinnovare i contenuti, gli articoli, le idee di un sito che hai già … in quel caso mi chiami e io scrivo i contenuti per te”
“E è un lavoro?”
😊
Cosa fa la Storyteller se non Comunicazione sui Social? Ma… non per hobby!
Bene, questa approssimativamente è la conversazione standard che mi capita di affrontare quando mi chiedono di cosa mi occupi nella vita.
Per non parlare di quando ci metto dentro anche il copy-writing, la SEO, le fotografie ottimizzate, Wordpress, Elementor …etc…
In quel caso mi tocca di alzare bandierina bianca perché è come mettere il cacio sulla cioccolata.
Diciamo che il miglior approccio, forse, per andare dritti al punto e chiarire cosa fa la Storyteller, è toccare un argomento più concreto e approcciabile da chiunque: i Social Media. Chiunque ha un canale Instagram, Facebook e Youtube, per citare i più noti.
“Come Storyteller mi occupo anche della comunicazione su Facebook”
“Ah sì?”
“Certo, se per lavoro utilizzi Facebook è importante che i tuoi post abbiano contenuti interessanti. Io mi occupo di creare un calendario di pubblicazioni, di scrivere i contenuti dei post e di trovare l’immagine giusta”
“Ah, davvero interessante, ma vieni pagata per fare queste cose?”
😊
Lo storytelling è poesia
Avrai capito quanto è dura per La Storyteller 4.0 inquadrare il proprio lavoro. Ed è strano perché chiunque di noi, nel cercare la frase giusta da scrivere su un’immagine, cerca -9 volte su 10- una citazione che renda più potente il messaggio.
“Hai capito cosa faccio?”
“Insomma! Anche perché, mica sei Giovanni Pascoli o Gabriele d’Annunzio!”
“No, è vero, infatti anche io, quando pubblico una foto ci incollo una citazione di un poeta famoso, però se ti piace la poesia io ne ho scritte diverse, chissà, magari ti serve che io scriva una poesia per qualcuno, o una lettera d’amore. Una volta andavano tanto di moda!”
“Ma, quindi scrivi!!!???”
“Esatto”
“E non potevi dire semplicemente -io scrivo-? Bah…. La Storyteller… questa urgenza che avete di prendere le parole inglesi e pensare che tutti vi capiscano!”
😊
La Storyteller: una narratrice con la “S“ maiuscola
In parte sono d’accordo, siamo in Italia! E, soprattutto, è controproducente dare un titolo al proprio brand, in inglese. Le persone sul web cercano più facilmente “scrittore-scrittrice”, forse qualcuno “copy-writer e blogger”, oppure “contenuti”. Insomma, “Storyteller” è un termine che forse viene ricercato all’estero e sicuramente il mio interlocutore ha ragione. Ma Scrittrice o Narratrice non sarebbero esaustivi per definire il mio lavoro. A volte bisogna fare delle scelte e non è detto che si incappi in quella giusta.
D’altronde, però, la parola “Storytelling” è stata coniata negli Stati Uniti negli anni 90, su un palcoscenico teatrale, laddove per la prima volta una performance si avvalse di stories per raccontare gli attori in scena. Non c’è esattamente un termine in italiano per darti con precisione la definizione del mio lavoro. Tradotto è: il Raccontastorie, ma è un termine maggiormente associabile a un ambulante di strada che va in giro a far divertire i bambini.
La Storyteller ha la bacchetta magica
Oggi lo Storytelling è una cifra stilistica, un metodo di scrittura, chi lo adopera cerca di far vivere le parole o che queste facciano vivere un’esperienza durante la lettura.
“Diciamo che io prendo la tua storia e la scrivo, e in base al lavoro che svolgi mi faccio venire delle idee per aiutarti a valorizzare i tuoi contenuti, raccontarli, renderli fruibile in chiave SEO”
“Oddio, ora che avevo capito, che è la chiave SEO?”
“A quella pensiamo dopo ma, per renderti l’idea, è come dire Abracadabra”
😊
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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.