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Inaugurazione della Sala Grande di Palazzo Chigi di Formello

Una intitolazione importante a Bruno Sbardella, ex sindaco di Formello, quale riconoscimento per aver salvaguardato un bene comune

di Emanuela Gizzi
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L’inaugurazione della Sala Grande di Palazzo Chigi di Formello svela il nuovo allestimento e riscopre, ancora una volta, la grande importanza di custodire il patrimonio storico-artistico

Appartenere a una comunità. Questo è il cardine intorno a cui dovrebbe sempre ruotare la vita di un cittadino, non solo perché è rispettoso nei confronti delle tante amministrazioni che hanno combattuto per ottenere ciò che abbiamo oggi, ma anche e soprattutto perché stringersi intorno al patrimonio artistico ci rende migliori.

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Foto di: M.V.Gargioli

La Sala Grande di Palazzo Chigi cuore di Formello

Oggi pomeriggio, l’inaugurazione della Sala Grande di Palazzo Chigi di Formello, intitolata al Cavaliere Bruno Sbardella, è stata l’occasione giusta per ribadire l’importanza di essere insieme, di essere una famiglia.
L’assessore alla Cultura, Roberta Bellotti, ha descritto il nostro palazzo storico come uno scrigno in cui si è coltivato nel tempo il grande bagaglio storico che ci appartiene, dal Museo dell’Agro Veientano alla Biblioteca Multimediale, fino alle Stanze del Principe Flavio Chigi.
Questo sito rappresenta la nostra casa, il cuore di Formello che, proprio per la lungimiranza dell’ex Sindaco Bruno Sbardella, venne acquistato dal Comune e, in tempi più recenti, fu restituito alla comunità.

Tramandare la storia del Palazzo Chigi

La Sala Grande di Palazzo Chigi gli viene intitolata proprio come riconoscimento del suo lavoro da amministratore, svoltosi dal 1946, in modo intermittente fino al 1980, il suo ultimo mandato.
Un cognome, il suo, che oggi incarna, così come ha sottolineato il Sindaco, Gianfilippo Santi, la tradizione, ciò che è stato e ciò che resta, e ciò che dobbiamo custodire gelosamente.
Tramandare è il nostro compito, il nostro modo per consegnare il testimone -proprio come in una staffetta- alle generazioni future.

Uno spazio consiliare dal grande valore civico

Il prestigio del Palazzo Chigi di Formello, e quindi anche della Sala Grande –da diversi anni sede del Consiglio Comunale-, deve essere un vanto per i cittadini. La Presidente del Consiglio, Roberta Mazzoneschi, si è fatta portavoce di questo sentimento. 

La Sala è il luogo in cui gli amministratori si riuniscono per discutere di temi importanti e prendere le decisioni che riguardano da vicino i cittadini, è uno spazio dal grande valore civico, per questo è fondamentale andarne fieri e stringerci attorno ad esso”.

targa-d-oro-intitolata-al-cavaliere-bruno-sbardella-sala-grande-di-palazzo-chigi-di-formelloIl senso di questa parola “comunità” è stato raccolto anche dal Sindaco, felice di vedere tra il pubblico ex amministratori comunali di vari periodi storici.
Ha ricordato tutti, in generale, a riprova del lavoro collettivo ma ha anche aggiunto che “le giunte passano, la popolazione resta”, è a questa che bisogna guardare sempre e, è a questa, che il Comune deve affidare il compito di custode dell’immenso tesoro che abbiamo.

Bruno Sbardella visto con gli occhi innamorati di un figlio

La lettera commovente di Elvezio Sbardella, figlio di Bruno, è stata la chiusura perfetta di questa serata piena di pathos.
Un elogio al papà che, ha ricordato, venne apprezzato da molti politici del tempo, tra cui Alcide de Gasperi, e che oggi trova consensi anche in seno alla comunità odierna.

Mio padre è stato un faro per tutti, ma soprattutto per me e per mio fratello Adalberto, ci ha insegnato il valore del sorriso, la cultura del canto e la gioia di stare insieme”.


Sulla porta della Sala Grande, una targa d’oro lo ricorda e ci ricorda che a lui dobbiamo la tutela di questo bene a favore dell’intera comunità formellese.

Gli interni non ve li descrivo, vi lascio il gusto di scoprirli da soli.

* Grazie a Maria Valentina Gargioli per la fotografia di Bruno Sbardella

* Grazie alla Regione Lazio che contribuisce affinché i progetti di restauro proseguano

*Grazie alla benedizione di S. Ecc. Mons. Marco Salvi

* E, grazie come sempre alla Banda A. Bernabei

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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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