Home FOTOROMANZA Leon e Mila: due randagi per le strade di Formello

Leon e Mila: due randagi per le strade di Formello

Salvati dal destino che tocca a molti cani, il canile, hanno trovato finalmente le famiglie giuste che li possono amare

di Emanuela Gizzi
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Toccare con mano il randagismo

Leon e Mila sono fratello e sorella, lui è un orsone, lei una principessa. Loro sono il motivo per cui non scrivo da un po’ sul blog.
Mi sono ritrovata un giorno sui loro passi. Se ne stavano beatamente dentro un cespuglio nel parcheggio in Piazza della Repubblica a Formello. Giocavano tra loro, c’era negli occhi scuri e pitturati di Leon e nello sguardo allegro di Mila una sintonia e una spensieratezza da malandrini.
Sono cani che non sappiamo se abbandonati, molto probabilmente sì, o se scappati da qualche cucciolata. Ma pure fosse il secondo caso, nessuno si è fatto avanti per riaverli. Equivale a un abbandono lo stesso. E dire che basterebbe sterilizzare per evitare il centuplicarsi dei randagi.

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Essere volontari al Canile di Vallegrande

Da poco tempo sono volontaria al Canile di Vallegrande con l’Associazione 6 Orme Onlus.
La felicità per me equivale a poche cose come il benessere degli animali ma non sono mai riuscita a dedicarmi a questo tipo di attività, per paura di guardare i loro occhi dietro le sbarre. Eppure, lì, ho scoperto delle microfelicità. Sì, ogni cane, infatti, mi rende felice a modo suo.
Loro vivono in box e non aspettano altro che essere adottati ma, nel mentre, sono i volontari il loro punto di riferimento, quelli che li fanno uscire,  che li coccolano e che dicono loro parole gentili.
I cani non sono giocattoli da prendere e buttare, non sono soprammobili da tenere in un angolo, non sono adatti per stare in canile. Hanno bisogno di correre, di essere amati.

Le zie canare

A Leon e Mila abbiamo evitato il canile, anche perché, se fosse intervenuta la polizia municipale, non sarebbero finiti a Vallegrande ma al Canile di Bracciano e non li avremmo potuti accudire più.
Invece il destino ha voluto che li trovassi lì, nel parcheggio. Leon mi si è avvicinato subito, Mila era più reticente ma seguiva il fratellone e allora, anche lei, a poco a poco, si è fatta accarezzare.
Poi ho scoperto che erano gli stessi cani che erano stati trovati al Campo Sportivo Piero Maria Garofoli, quindi ho chiamato Arianna Bonafede, volontaria dell’Associazione Noi & Loro di Vallegrande, che -sapevo- se ne stava già occupando da giorni.

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Leon e Mila sulla strada verso casa

Non dimenticherò mai i loro occhi in quei momenti, da scappati di casa che stanno combinando marachelle e sono liberi di girovagare.
Questi due cuccioli ci hanno fatto fare le peripezie, siamo corse da uno stallo all’altro per garantirgli un appoggio sicuro e poi da una famiglia all’altra perché non tutti i pre-affidi riescono col buco.

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Leon

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un bambino accarezza un cane, davanti a un piccolo giardino recintato

Il che ci ha provate fisicamente e anche psicologicamente. Per me è stato un vero calvario visto che sono entrati e usciti da casa mia, sono stati con me, si sono abituati a me e io a loro, e avevano forse sperato di restare con me.
Separarmene la prima volta mi ha uccisa, separarmene la seconda, devastata. E separarli l’uno dall’altra ferita.
Ma se uno ci volesse vedere un lato comico eravamo diventati una barzelletta: Mila veniva preaffidata e Leon mi rientrava a casa, poi veniva preaffidato lui e lei mi tornava a casa. Una settimana giravo per Formello con Leon, la settimana dopo  con Mila: la gente che mi ha incontrata in quei frangenti deve essersi divertita molto.

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Mila

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Finalmente le famiglie per Leon e Mila

Per dare loro tutto l’affetto possibile, tranquillizzarli, insegnargli ad andare al guinzaglio e a non avere paura mi sono annullata completamente. Non ho più nemmeno trovato il tempo di scrivere, avevo in bozza alcuni articoli, tra cui quello sul Museo del Pellegrino di Campagnano, ma ho dovuto rimandarli a tempi più quieti.
E quei tempi sono arrivati. 

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un-cane-che-esce-con-la-testa-di-fuori-dalla-cuccia-mentre-dorme

Mila da principessa a regina

Mila ha trovato una compagna di vita speciale, si chiama Nicoletta, è una ragazza giovane che le fa fare tante cose, tra cui andare al mare, al lago, al maneggio e a correre nel cortile dove abita, a Roma. Mila è viziatissima, dorme sul letto, ha giochi, affetto, una famiglia allargata che comprende anche i genitori di Nicoletta, una mamma e un papà molto gentili e affettuosi che se ne occupano quando lei lavora.
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un-cane-che-guarda-il-mare-da-una-spiaggia-di-sassi

Leon da fuggitivo a pantofolaio sornione

Leon è entrato in famiglia da poco, I Jung (che io e Arianna chiamiamo Igio) è tenerissima e molto scrupolosa con lui. Gli ha comprato le ciotole, il lettone gigante formato divanetto, i giochi, il collare antipulci, lo porta a fare le passeggiate e gli ha fatto fare anche una prima lezione con un educatore. Non perché Leon abbia qualche problematica comportamentale ma essendo cucciolo gioca con impeto e va gestito al meglio in presenza del figlio di I Jung e Alessandro, Leonardo, che ha solo 3 anni. Leo è il compagnetto perfetto per Leon. I loro nomi, tra l’altro, sembrano predestinati.
In questi giorni stanno trovando un equilibrio tutto loro, si stanno conoscendo e quando Leo sarà adulto capirà la grande fortuna di essere cresciuto di fianco a un cane.

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Per qualsiasi bambino ci dovrebbe essere un Leon.
Avere un cane è una benedizione perché sono insegnanti precisi, sanno amare più di noi, sanno stare al mondo meglio di noi.

Parola d’ordine: sterilizzare

Mila e Leon hanno cambiato nome. Nicoletta, per Mila, ha scelto Bussola e I Jung, per Leon, ha scelto il nome Cookie. Io non riesco ancora a chiamarli così, mi impiccio un po’. Ancora sono i miei piccoli Leon e Mila che ho accolti in casa, amati e cullati tra le braccia. I due cucciolotti impauriti che mi guardavano come mi volessero dire: ehi, eravamo liberi, stavamo bene, giravamo per Formello, che ci facciamo qui, che ti sei impicciata a fare?
Ma questa storia di Leon e Mila ve la racconto per ribadire il concetto che se i cani non si possono tenere, o non si possono affidare a qualcuno che li ami, meglio attivarsi per la sterilizzazione preventiva.
Così da scongiurare i canili affollati e soprattutto evitare ai cani di vivere situazioni terribili che poi gli generano paure, difficoltà, lacune difficili da superare.

Per Leon e Mila niente sbarre ma tutti gli altri randagi?

Vivere in un box è una punizione che nessun cane merita. Vi ricordate come è stato il lockdown forzato? E noi abbiamo potuto rimanere connessi grazie ai social, abbiamo potuto cucinare, chiacchierare, fare piccole palestre, guardare la televisione, le coppie hanno potuto fare l’amore, scambiarsi romanticismi d’altri tempi. Alcuni di noi si sono dedicati al giardino, avendolo, ma tanti altri si sono sentiti in gabbia.
I cani che finiscono in box hanno solo pochi metri di spazio, una cuccia, una ciotola per bere e una per mangiare. Nei canili come Vallegrande i volontari si prodigano per fargli fare le passeggiate, farli sgambare in aree gioco più grandi ma il canile è sempre un luogo in cui il cane soffre la solitudine e l’abbandono.
Si ammalano nonostante le cure, la Leishmaniosi li attacca come se non bastasse già la condanna di vivere dentro dei recinti, e sentono il peso di quella condizione perché non hanno fatto nulla per meritarsela.

Volontari di canile… unitevi

L’altra cosa che voglio dire attraverso Leon e Mila è che servono tanti volontari affinché gli animali ridotti al box possano uscire più volte al giorno e fare un minimo di vita dignitosa.
Ci si può iscrivere come volontari e prestare il proprio tempo: anche una volta a settimana è utile. Più si è, più il lavoro è leggero e i cani possono passeggiare, correre tra le margherite, rotolarsi e prendersi le coccole di cui hanno bisogno per essere felici.

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Volontari fuori dal canile… sostenete!

Voglio ringraziare infinitamente Arianna Bonafede che in questi lunghi giorni mi ha insegnato tantissime cose, la ringrazio per il tempo che dedica agli animali, lei è una tempesta, una donna energica, piena di idee e di propositi. Persone così non vanno lasciate sole, bisogna raccogliersi intorno a loro e rendersi disponibili ad aiutarle.
La cosa che grava di più su chi si salva un cane, e cerca disperatamente di trovargli una famiglia che lo ami, sono le spese per assicurargli le prime cure, i primi esami, la microchippatura, i vaccini, le sterilizzazioni e gli stalli.
Per Leon e Mila sono stati spesi in totale più di 700 euro a cui abbiamo contribuito in primis io e Arianna ma che poi alcune amiche hanno sostenuto dandoci un po’ di respiro.
Personalmente ringrazio Antonella Serata, Italia Sica, Antonella Ponzi, Silvia Lollai per il supporto economico.
Ritengo che i veterinari in questi casi di randagismo dovrebbero fare uno sforzo, renderci gli interventi un po’ meno faticosi e venirci incontro con prezzi “friendly”.

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un-cane-allungato-in-terra-con-un-giochino-le-zampe-posteriori-lunghe

Happy End per Leon e Mila

Leon, mi manca, mi pedinava ovunque in casa col suo passo felpato, mi guardava in continuazione come fossi la sua musa, senza sapere che era lui il mio “muso”.

Mila, lo stesso, mi manca, con quelle gambe da gazzella, il buonumore, la dolcezza degli occhi, così bella e allegra, sarà la mia principessa tutta la vita.

Vi amerò per sempre, buon vento cuccioli del mio cuore ♥

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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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