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Fiori di Luna: dal fiume Yellowstone alle mie mani

Euphorbia Marginata è il nome scientifico dei fiori di nonna Lucia, la loro diffusione nasce in seno a una spedizione americana

di Emanuela Gizzi
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Lotta per la sopravvivenza

I Fiori di Luna di nonna Lucia sono esplosi un po’ tardi, rispetto agli altri anni, vittime come tutte le colture dei cambiamenti climatici.
Un grande lavoro -dunque- quest’anno portarli alla fioritura, perché quelli che ritornano spontanei nelle aiuole vengono presi di mira, appena escono dal terreno, dalle lumache. Lumache che io salvo di qua e di là e che però, poi, vengono a smozziccare e rubare la piantina.
Allora mi sono attrezzata -non amando gli insetticidi-, ho travasato le piantine giovani dall’aiuola al vaso, che poi ho trasferito in terrazza dove le lumache non c’erano.
Un’eresia, vero?
Però se non l’avessi fatto, esattamente come successe l’anno passato, mi sarei ritrovata con due vasetti improbabili e pochi semi da regalare. Invece ho potuto custodire almeno una cinquantina di piantine.
Venti vasi accuditi come figli di cui solo 14 ce l’hanno fatta.

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I Fiori di Luna: purgativi, dannati e irrequieti

E quindi, appena superati i 20 centimetri di altezza, li ho ritravasati in aiuola. Credo che, passato il primo mese, perdano quella tenerezza che piace alle lumache e pertanto non vengano più considerati “appetitosi”. Ma chissà che invece le lumache non li mangino perché purgativi? La pianta nell’antichità era nella lista delle erbe mediche e utilizzata per le sue proprietà lassative.
Ma, attenzione, è anche velenosa. Sì, perché i Fiori di Luna sono belli, sono candidi, li ho chiamati così perché la sera quando la luce dirotta sul bluette diventano lattescenti, sono poetici, ma sono anche pieni di siero bianco, piuttosto infimo. Mai toccarsi gli occhi dopo averli sfiorati e mai ingerire le sue foglie.
Un fiore magnifico e crudele. Bello e dannato.
Nel linguaggio dei fiori simboleggia l’irrequietezza. Ha questo animo effervescente che ti fa aspettare mesi prima di esplodere e poi se ne sta in giardino da padrone di casa, mettendo in ombra tutte le altre piante.

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Perché “Neve sulla Montagna”?

In termine tecnico i Fiori di Luna si chiamano Euphorbia Marginata.
Euphorbia significa “abbondanza di pascolo” che, declinato al fiore, ci fa immaginare subito una grande diffusione. E, in effetti, gli uccelli, le formiche e altri insetti raccolgono i semi e li portano ovunque. L’anno successivo-se non rasi l’erba e non tocchi troppo la terra- ritrovi i fiori in punti in cui non li hai seminati. Marginata si riferisce invece a queste linee bianche ed eleganti che scontornano la foglia: per lo stesso motivo il Fiore di Luna viene anche definito Neve sulla Montagna.
Le foglie sembrano in effetti tante piccole montagne con la neve sopra, io le trovo di un fascino prezioso e mi piace contemplarne la bellezza e la beatitudine, mi riempiono lo sguardo di luce.
E soprattutto mi fanno sentire la vicinanza di nonna Lucia.
Quando la vedevo tra i fiori bianchi avevo sempre la sensazione che quello fosse uno spazio speciale perché sorrideva e parlava da sola. Ora so che parlava con loro. Anche io lo faccio: alle piantine  che stentano a crescere dico “forza dai, ce la farete sicuramente”, a quelle belle le riempio di complimenti. Con le piante è così, o credi nell’alchimia che si crea tra te e loro, oppure le fai curare da un giardiniere.

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I Fiori di Luna in giro per il mondo

Io li tratto come figli, poi quando è il momento, a Marzo, regalo i semi a persone che mi ispirano. Mappo il luogo in cui vengono piantati e sono felice di portare mia nonna in mezzo a tanti altri giardini. Hanno bisogno di sole, di poca acqua, di attenzione, di protezione e quando si spalancano al cielo restituiscono sicuramente tutto quell’amore che gli hai dimostrato.

Dal fiume Yellowstone alle mie mani

I Fiori di Luna sono originari dell’America e del Canada, pare che l’esemplare sia stato raccolto nel Montana, vicino al fiume Yellowstone, dall’esploratore William Clark durante una spedizione commissionata dal Presidente Thomas Jefferson.
L’intento della spedizione era quello di mappare il luogo, creare un percorso e metterci la bandierina ma divenne anche il pretesto per studiare le piante e la vita degli animali, creare un contatto con i nativi americani del posto.
In seno a questa indagine l’Euphorbia Marginata deve aver attratto l’attenzione degli esploratori che la riportarono a St.Louis insieme a mappe, diari e schizzi.
In Europa arrivò come pianta ornamentale ma la sua riproduzione “a pascolo” l’ha portata ovunque. Fino a me.

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Dalle mie mani i Fiori di Luna trovano le tue

Quando ritrovai il cofanetto di nonna con dentro i semi ne presi solo uno da piantare in un vaso. Quel solo seme, in nove anni, ha prodotto ben 10 barattoli di vetro da 1 kg (per capirci quelli che si usano per il miele). Un barattolo di semi l’anno.
La riproduzione spontanea ha avuto una battuta d’arresto negli ultimi 4 anni, per i motivi che ti ho raccontato, lumache, clima… Però quest’anno avrò un buon raccolto, o almeno speriamo -non si sa mai- il tempo è ladro, comunque l’averli messi al sicuro mi permetterà di fare qualche viaggio con i semi in tasca.

Un Fiore di Luna è per sempre

I semi si raccolgono quando la pianta sfiorisce, a fine Ottobre, con il cambiamento climatico anche inizi Novembre.
L’idea di regalarli nacque dal fatto di non disperderne il grande valore, la storia reale e quella affettiva. E poi sono bellissimi, quando in estate, e fino a Ottobre, chiazzano il giardino di quel loro bianco lunare gli sono grata di essere tornati da me, di aver trovato la strada per rendermi felice ancora una volta.

I Fiori di Luna, nonna Lucia li ebbe in dono dalla commare Filde, una signora che ricordo appena ma a cui rivolgo il mio pensiero tutti gli anni, quando li pianto.

 

Una poesia speciale:

IL PROFUMO DI MIA NONNA

Dalla raccolta: Farfalle

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FIORI DI LUNA

Come piantarli e quando:
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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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