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L’Inciso al Teatro J. Pierre Velly di Formello, arte e danza

Per ricordare il maestro dell'incisione Jean Pierre Velly, Sebastiano Meli e Cathrine Velly hanno unito le opere ai passi di danza

di Emanuela Gizzi

Lo spettacolo di danza L’Inciso al Teatro J. Pierre Velly di Formello ha messo in mostra -virtualmente- le opere dell’incisore Jean Pierre Velly che hanno fatto da scenografia alla danza di Sebastiano Meli e al suo corpo di ballo.
Incisiva la scrittura di Cathrine Velly.


L’inciso: la danza di Sebastiano Meli
incontra le opere di Jean Pierre Velly

Nel bel mezzo di questa Estate a Formello una pennellata di danza ha ricordato l’incisore e nostro concittadino Jean Pierre Velly, morto tragicamente nelle acque del lago di Bracciano. La sua arte resta, però, e che arte!
Il coreografo e ballerino Sebastiano Meli ha trasformato il palco in una scena surreale: le opere di Velly, proiettate su un led-wall, facevano da scenografia ai balletti e, quasi, le ballerine sembravano fuoriuscire dalle incisioni, come sgarri arcotemporali.
Insieme ai quadri di Jean Pierre anche alcune opere di Rosa Estadella Garcia, sua moglie e mamma di Arthur e di Catherine Velly, la quale ha contribuito con una scrittura poetica e toccante negli intermezzi.
C’è sempre un po’ di vanto ad assistere a qualcosa che ci riguarda da vicino, non trovate? Un artista locale è patrimonio del paese, è cura, è storia, è come il pilastro di un tempio.
Nelle retrovie dell’evento, il Maestro Vinicio Prizia, allievo di Jean Pierre e ideatore della cancellata magistrale dei Giardini Pubblici di Formello, il cui lavoro nell’arte incisoria arricchisce Formello di contemporaneità.

 

 


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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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2 commenti

Rosalba 14 Agosto 2023 - 14:54

Come sempre, professionalità, empatia, rendono questi articoli vicini alle persone. per esaudire, curiosità e soddisfare l’intelletto. Brava Manuela.

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Emanuela Gizzi 16 Agosto 2023 - 12:36

Grazie Rosalba, diciamo che come spesso mi capita io perdo completamente il contatto con la realtà quando assisto a qualcosa di bello. Io divento il palco e il palco diventano me. Non so se è un male o un bene 😉

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