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La Francigena a Formello verso La Selvotta

di Emanuela Gizzi
La Francigena da Formello a La SelvottaPhotoCredit Emanuela Gizzi Mapping Lucia (2)

Siamo cresciuti sulla Francigena a Formello e non lo sapevamo. Poi succede che la lungimiranza e anche un po’ le mode del momento hanno messo in moto un meccanismo di ricerca che ha portato a rintracciare un antico sentiero ricollegabile alla via dei pellegrini

Partenza, via

L’altro giorno, è stato il giorno della Francigena a Formello. Ci siamo dati appuntamento in Piazza San Lorenzo per esplorare il tratto urbano che scende nella valle del Rosciolo e arriva fino a La Selvotta.

L’esperienza del cammino lento, la compagnia di quattro cavalli, il chiacchiericcio e l’entusiasmo sono stati i motori di questa passeggiata, lontani dalle strade quotidiane.

Si vive in un posto e è normale dire “conosco ogni angolo” invece sotto gli strati della terra, la terra ci parla, ha voglia di emergere e tornare ad essere calpestata.

Non è rimasta nascosta, se ne è solo persa traccia, ma una volta riesumate le carte d’archivio la Via Francigena a Formello si è ritrovata da sé. Siamo scesi divertiti, confabulando su questa opportunità per il paese di crescere culturalmente ma soprattutto turisticamente, in fondo -ci siamo detti- i pellegrini, scoprendoci, non potranno resistere alla nostra terra.

Formello La Selvotta PhotoCredit Emanuela Gizzi Mapping Lucia (2)

Ritorno al passato

C’era un gran profumo d’erba, poi di campo. A La Selvotta c’ero stata tanti anni fa, in un primissimo sopralluogo insieme a speleologi esperti che ce ne mostrarono le potenzialità. Forse era il 2001.Ma ancora non masticavamo questa parola, Francigena.

Tornavo in quel momento, dopo quella prima volta, per scoprire che il luogo che avevo visitato a fatica, stretto e buio, un buco profondo nella roccia, era diventato un cunicolo di grande interesse, peraltro collegato a una rete idrica straordinaria costruita dagli etruschi, anche quella, sotto l’occhio degli studiosi. Una sorta di Formello sotterranea.

Non c’è bisogno di scriverlo ma uno più uno fa due. Così, se un tesoro più un altro tesoro si trovano sulla rotta di un turismo lento, e poi se ne scopre un altro ancora, e poi via via, si allineano più tesori, è normale, anzi, necessario, sognare una prospettiva che spalanchi tutte le porte di accesso a Formello. E così immagino sarà.

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Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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