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La Nevicata del 2012 a Formello!

di Emanuela Gizzi
Una nevicata surreale PhotoCredit Emanuela Gizzi Mapping Lucia (5)

La nevicata del 2012 a Formello ci ha lasciati tutti col fiato sospeso e anche se i meteo l’avevano anticipata è piombata come un mantello sulle nostre case

Neve veientana

La nevicata del 2012 a Formello: è così che la ricorderemo. Forse perché nelle Terre dei Veienti non nevica mai molto e quando succede si rimane sorpresi, non la si scorda tanto facilmente.

Nel 1986, ero piccola, e la sensazione di rimbombo mi assalì al mattino, di vuoto circostante. Fu un bel momento, le scuole chiuse, gli slittini alla mano, l’euforia della prima volta, tutto perfetto -come in un presepe- ma, quest’ultima, ci ha davvero sorpreso tutti, per l’intensità con cui è scesa.

Nuvole di ghiaccio, prima soffici poi dense, poi a pioggia battente. Che emozione vederla scendere. Che emozione camminare su Via Roma, percorrere il vuoto da macchine, il vuoto da rumori, sentire solo lo sgranocchiare degli stivali che affondavano nel manto depositatosi sull’asfalto.

L’asfalto è un ricordo. Anche il paesaggio conosciuto lo è. Gli alberi si sono appesantiti, qualcuno non ha retto il peso, è venuto giù qualche ramo. Altri si sono incipriati, hanno un aspetto natalizio, anche se il natale è passato da un po’.

Il centro storico sembra il deposito dell’ovatta. La neve ha creato grossi cappelli ai lampioni, la barba alle grondaie, sulla facciata di Palazzo Chigi si è fermata -a ragnatela– e, nei vicoli, è entrata come un’onda del mare, creando tanti soffici grumi di ghiaccio.

La neve e la gioventù PhotoCredit Emanuela Gizzi Mapping Lucia (4)

Indietro fino all’86

Una ragazzina stamattina scivolava giù per Via XX Settembre, in piedi su uno snowboard, arrivava fino alla Porta di San Michele Arcangelo, recuperava la tavola e tornava indietro a piedi, per poi ripetere gli stessi movimenti altre venti volte.

Mi ha ricordato me, nell’86, in Viale Regina Margherita, avevo uno slittino e mi alternavo con mia sorella per fare il discesone, solo che non ero così felice di farlo, anzi, mi misi perfino a piangere perché cadevo e mi faceva paura quel contatto gelido, mi pareva di morire.

Eppure è bello il paesaggio bianco. Formello da casa mia è surreale, una cartolina, un’immagine nuova.

Borgo di Formello sotto la neve PhotoCredit Emanuela Gizzi Mapping Lucia (3)

Ritornano i suoni a Formello

Poi le strade, da qualche ora, sono più praticabili: quel silenzio e quel biancore si stanno dissolvendo, le voci hanno cominciato a brancolare, prima poche poi a gruppi, si diffondono così, come il via-vai di impronte.

La nevicata del 2012 a Formello è stata come un piccolo spazio temporale, anomalo.

La comunità, che sembrava aver riconquistato gli aspetti più semplici dei rapporti umani, adesso circola già distaccata.

Per un po’ è stato bello assistere a questo salotto leggero, la facilità di parlarsi anche tra estranei è stata un momento di grande conforto umano, le battute di spirito anche, la piazza aveva un pathos sornione ma brioso.

Chissà cosa si innesca in questi momenti. In fondo, pensandoci, siamo gli stessi concittadini di sempre. Saranno le leggi della Natura, così infinite, incontrollabili.

La statua Parlante dell’Agro-veientano

Il Santuario della Madonna del Sorbo

La Catacomba di Monte Stallone

Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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