Questa è la storia della Locanda degli Angeli, tra casette degli uccellini e una Pistacchiosa, si sono organizzati fino a oggi eventi culturali che hanno animato Piazza San Lorenzo
Apparecchiare non è un hobby
Era il 2014 quando la storia della Locanda degli Angeli iniziò. Siamo nel centro storico di Formello, sulla rotta francigena, qui, di fronte al Palazzo Chigi, la Locanda nacque con lo scopo di offrire al pellegrino un punto di accoglienza, un menù adeguato alle sue tasche, il timbro sulle Credenziali e il sorriso.
Cristiana Altarocca gestisce da cinque anni questo piccolo Bistrò e se qualcuno le chiede, cosa fa per renderlo unico, la sua risposta ricade sulla mise-en-place. Sì, perché il colore fa atmosfera. Senza un piccolo nastro di raso o un ciuffo di fiore -a rendere simpatico un tovagliolo-, o una piantina di rosmarino -a dare armonia alla tavola-, la Locanda non risulterebbe così accogliente e amata.
Quei particolari unici
Io so esattamente cosa amo di questo ristorantino-bomboniera, non solo la confezione, non solo il fatto che in una manciata di metri quadri ci stia dentro anche un pianoforte, io amo le idee che ogni tanto appaiono, perché sono sintomo di grande passione.
Vi posso dare la mia Top-Five e parto assolutamente con:
- Le Casette degli uccellini, appese intorno all’arco. Le casette contengono le lettere di qualche angelo volato via e questa particolarità non è propria di nessun altro ristorante. In una casetta c’è anche la lettera L di Lucia, mia nonna.
- La parete degli artisti, un muro che nasce per condividere talento e arte, non -poi- così scontata, visti i tempi.
- La Pistacchiosa, una primo piatto che racchiude insieme creatività e gusto
- Le scatole di latta, degli anni 50’, che recuperano le tradizioni
- La doggy-bag, che sposa la nuova filosofia del cibo senza sprechi
Mille eventi e set cinematografico
La storia della Locanda degli Angeli, di certo, è tutta legata al cibo, di prima scelta, fresco, stagionale. Ma questo per un Ristorante dovrebbe essere la norma.
Quindi parlerei di come questo posto ha ricucito lo scollo tra le persone e Piazza San Lorenzo, non soltanto fornendo un’offerta enogastronomica e raccontando i piatti che serve ma facendo il doppio lavoro.
C’è stato un periodo durante il quale alla Locanda era strettamente collegata all’Info-shop di Formello. E da contratto era previsto che si proponessero eventi, work-shop, presentazioni di libri, incontri culturali. Un piccolo luogo multiforme. Una scatolina da cui puntualmente uscivano grandi eventi.
Non posso raccontarveli tutti, posso solo ricordare quelli a cui ho partecipato direttamente e che mi hanno davvero emozionata.
- I passi fino alla Locanda, una mostra fotografica legata ai volti e agli scorci di Formello
- Indici Verdi, una mostra di fotografie di fiori, che ha messo insieme amici che abitano a Formello e amici che abitano all’estero o in altre parti d’Italia
- I canetti di legno, un work-shop per bambini, dedicato alla costruzione di un gioco antico
- Il Pasticcione, una giornata in cui i bambini si sono cimentati in cucina
- La serata dedicata alle grandi donne di tutti i tempi, ricordate appendendo a ogni sedia una piccola biografia
- I colori di Arianna, una mostra di pittura che ha trasformato l’esterno e anche l’interno in una galleria d’arte
E parlando di trasformazioni non posso non raccontarvi di quando il Ristorante è stato ridisegnato per esigenze di copione:
sul set della fiction Non dirlo al mio capo è diventato una boutique alla moda; sul set di Rimbocchiamoci le maniche invece una frutteria. Intorno le luci di scena, dentro e fuori il via vai degli attori, l’atmosfera da cinema ubriacante, insomma un’altra storia ancora. Come se un posto così piccolo potesse contenere mille anime.
Il para-ristorante
Tornando alla realtà, di giornate top ce ne sono state tantissime, quella legata a Ba.bi.s. Onlus, sulle malattie congenite e in particolare sulla Labiopalatoschisi; il ciclo degli incontri sulle erbe spontanee, il laboratorio sul miele, le presentazioni di libri tra cui La vita è Bellica di Cristiano Fattorini, l’iniziativa Un caffè sospeso per una casa famiglia, e molto molto altro.
La storia della Locanda degli angeli è una bella storia legata al borgo, ai sapori del territorio, alle tradizioni locali, al passaggio dei pellegrini, al carattere proprio di chi la gestisce, è un luogo che ha saputo unire cucina e cultura. D’altronde un luogo che ha le casette degli angeli deve essere un posto speciale, per non dire Divino.
DALLA STORIA DELLA LOCANDA DEGLI ANGELI AD ALCUNI LUOGHI DI FORMELLO, LEGGI DI PIU’:
Chiesa di San Michele Arcangelo a Formello La Catacomba di Monte Stallone Il Santuario della Madonna del Sorbo Il Crèmera spacca Formello in due
Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.
4 commenti
Meravigliosa conoscenza di un incantevole posto. grazie
Emilia, devi assolutamente provarlo. La Locanda è un luogo del cuore.
Brava Emanuela con quanto amore e sensibilità hai fatto la descrizione di questa bella locanda sapevo delle tue qualità e ora ne ho proprio la conferma peccato io avevo provato a fare una associazione culturale e mi ero associata con Laura ma la sfortuna la ha perseguitata e il nostro negozietto lì accanto alla locanda che si chiamata la bottega del buon cammino la abbiamo dovuta chiudete si ma x mancanza di soldi non cela facevamo a pagare l’ affitto e gli incassi non erano buoni, bisognava puntare sulle ceramiche di Formello antica e sui uprodotti x i pellegrini magari piccoli gadget come facevo io medaglioni in ceramica con l’effige del Pellegrino. ma anche la vecchia amministrazione non ci ha appoggiate .Pazienza la piazza sarebbe stata più viva anche con quel piccolo punto vendita destinato ai pellegrini della Francigena e non Solo.comunque tu continua invece col tuo entusiasmo a raccontare Formello abbiamo bisogno di belle storie come la tua!!
E dell’ostello che non esiste più che ne dici ? Che peccato tutto quello spazio andato a finire nel nulla!! Mah
Grazie Sara, leggo solo ora il tuo messaggio. Sai, quando si hanno idee e queste non vengono comprese si resta amareggiati, però bisogna
sempre trovare spunti creativi. Magari quel lavoro andrebbe semplicemente rivisto e riproposto diversamente.