Simona Gizzi, le mille espressioni di una Muta
Simona Gizzi ha iniziato a recitare proprio nella Compagnia Lo Spannitore, con la regista Sonia Martelloni.
In questa lunga avventura si è calata nei panni di molte donne, anzi, ragazzette, paesane, cortigiane, già, perché all’epoca aveva 23 anni.
Ha cantato, ha ballato, ha dato vita a personaggi memorabili tra cui la Muta, che interpreta anche in Arduino e Nazzareno 3, e al mitico Franz “Tetesk di Cermania” un personaggio quasi cinematografico.
Muti in scena
Quando Simona dice “le mie espressioni sono le battute” si riferisce proprio a questo sodalizio con personaggi che recitano solo con il corpo e con la mimica facciale.
La mia faccia ed il mio corpo vanno all’unisono, quasi senza comandarli, ho una naturale propensione a questo tipo di recitazione, ma fisicamente torno a casa a pezzi dopo le prove.
Però ne vale la pena, la gente mi trova espressiva e viene a teatro solo per vedermi”.
I personaggi di Simona Gizzi
Simona Gizzi sul palco è stata una “formellese”, una venditrice di stoffe, una cortigiana, e poi ancora la matrona della Famiglia Tromboni.
Tutte donne a cui ha donato la sua teatralità, la sua esuberanza, gli occhi penetranti e una certa carica emotiva. Anche a quella Donna Marta che, pur potendo testimoniare che si trovava con Rugantino e scagionarlo dalle false accuse, preferì mandarlo a morire.
I personaggi interpretati da Simona sono tanti, sono ingenui, ironici e -soprattutto la Muta e il tedesco Franz– conducono lo spettatore in una dimensione di risata surreale, ci si dimentica di dove si è.
Nascono dalla penna della regista quali espressioni di un sentimento buffo e lo sono buffi, fino alle lacrime.
La facilità con cui l’attrice ha assorbito la loro comicità è incredibile, sembra un corpo con tanti ingranaggi che vanno ognuno per conto loro: le braccia. le gambe, la testa, il mento, la bocca, assumono un loro linguaggio originale.
Preparazione alla Commedia
Avendo vestito tanti panni, sono anche tante le volte che Simona Gizzi è salita sul palcoscenico, allora le domando: hai imparato a gestire la pressione di quando si va in scena?
In una parola? Panico! Ma di quello sano e adrenalinico.
Il panico si impossessa di me. Non lo gestisco, quindi ci convivo.
Ma se devo essere sincera non è quello a preoccuparmi e nemmeno la recitazione, molto di più la fatica fisica: è l’aspetto più complicato per me da gestire.
La tensione, la fatica nel muovermi, richiedono uno sforzo incredibile”.
Avere una parte in una commedia equivale quasi ad avere una seconda vita. Inoltre, gli impegni di oggi tendono a stridere con quelli che erano i tempi di trent’anni fa, quando gli attori della Compagnia Lo Spannitore avevano poco più di vent’anni.
Eppure persiste in ognuno di loro e anche in Simona Gizzi quella tenacia che li fa desistere dal lasciare. La fatica alla fine fa parte del pacchetto, anche perché oltre all’impegno e alla fatica poi succede la magia.
La Muta è un personaggio che amo e di cui tutte le persone che mi incontrano mi chiedono notizie… ci sarà? Farai la Muta?”
e questa attenzione delle persone la ripaga di tanta dedizione e sacrificio.
Una dedica speciale
Simona non ha mai recitato con un portafortuna ma stavolta lo farà: un anello con i nomi delle sue due cagnoline, Zoe e Olivia, i suoi piccoli amori.
E, mai come quest’anno, sente forte il desiderio di essere sul palco, vuole dedicare la sua interpretazione a suo padre, che non c’è più, e a sua madre che ha avuto un anno molto difficile.
Noi siamo curiosi di entrare nel mondo silenzioso ma fragoroso della Muta e vedere come va a finire la sua liaison amorosa con il burbero Rosario Randazzo! E tu?
Siediti e goditi
Arduino e Nazzareno 3