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Personaggi e attori Compagnia Lo Spannitore

di Emanuela Gizzi

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Cesare delle Monache, un musicista prestato al teatro

Cesare delle Monache è una persona schiva, ma molto impegnata nel nostro paese: non solo come sassofonista per la Banda A. Bernabei ma anche come accompagnatore per chi gli chiede un intervento musicale.
Ci tengo a sottolineare questo aspetto di lui perché in maniera del tutto spontanea non tarda a rendersi disponibile, a dare una mano, a contribuire alla riuscita di un evento. È stato così per la trasposizione teatralizzata del libro di Sara Fianchini, Lo Scrigno, ed è stato così anche quando ha creato gli intermezzi, e le canzoni di sottofondo, per le letture del libro La Favola del Crèmera, con cui raccontiamo il territorio di Formello in una chiave nuova.
Cesare delle Monache non si tira mai indietro. Con lui non serve nemmeno di dire ”a”. Lui c’è, e la sua musica è stata e sarà ancora un valore aggiunto per i progetti comuni.

Le scoperte che migliorano la vita

Per quanto riguarda il teatro, questa è un’altra pagina della sua vita in cui, come sempre, mette tutto sé stesso e con fare silenzioso.
Il teatro, per lui, è stata una scoperta straordinaria, e per questo -confessa- la trova un’arte benefica, ideale per la socializzazione e la condivisione.
Del suo ingresso nella Compagnia Lo Spannitore ringrazia la regista, Sonia Martelloni, che lo ha voluto con sé.

Donna Sonia, è fenomenale. Con lei, ho avuto l’opportunità di provare sensazioni che non conoscevo.

Nella vita ho affrontato sfide da far tremare le gambe e mai avrei pensato che per recitare una piccola parte, davanti ad un pubblico, mi sarei sentito il cuore in gola.

Credo che l’emozione derivi dal fatto che si sta dando vita alla creatura di una donna fantastica e che questa creatura possa portare gaudio a chi ha voglia di evadere dal quotidiano.

Questo, ci rende piacevolmente responsabili”.

Cesare delle Monache, un uomo ironico

Cesare è consapevole del grande richiamo che le commedie della Martelloni operano sulla comunità formellese. E apprezza questo pubblico che sa riconoscere l’impegno degli attori: si sente lusingato del grande interesse che dimostrano ogni volta che la Compagnia torna a teatro.
In una frase:

Ciò che gratifica, mi gratifica”

Cesare delle Monache è un signore autoironico, apparentemente sornione ma, invece, molto puntuale sulle battute. Una delle tante, quella che mi ha scritto mandandomi il suo pensiero su questa commedia:

Emanuela, stavo guardando le virgole del testo che ti ho mandato, sembrano lanciate da un bombardiere in azione”

La stima di Cesare per la regista, Sonia Martelloni

Credo che la Martelloni scelga gli attori in maniera oculata, non a caso.
Piano piano che li stiamo conoscendo tutti non vi sembra abbiano dei tratti caratteriali molto simili? In ognuno di loro, per esempio, c’è una buona dose di generosità. Un dono prezioso la generosità, sul palco ma soprattutto nella vita.
Senza farne mistero, Sonia li guarda, gli si avvicina, gli fa una magia e se li porta sul palco. E Cesare mi ha confermato questo modus operandi della regista: più che essersi approcciato al teatro si è sentito “come spinto giù da una piattaforma”.

Io ero perplesso quando la Sora Sonia me lo ha proposto. Non mi era mai capitato di fare un personaggio che non fossi io ma… lei trasmette, come nessun altro, la voglia di fare. Ha un’energia che le esce da tutti i pori della pelle.

Così, con curiosità, senza molta arte e con una piccola parte, sono entrato nella gioiosa e caciarona compagnia”.

Scoprire sé stessi rende liberi

Di fronte alle manifestazioni di stima dell’attore per la sua regista non possiamo che inchinarci tutti.
D’altronde la Martelloni ce lo insegna, si può essere tante cose insieme: cantante, musicista, pittrice, fotografa, attrice, regista, insegnante, formidabile affabulatrice, ma soprattutto si può essere delle tuffatrici, trampoliere, paracadutiste.
Cesare nella sua onestà intellettuale si è affidato a lei, si è buttato, ha creduto in quello che lei ha visto in lui, e ormai sono diversi anni che fa parte della Compagnia.
Si è sentito accecare dalla paura solo quattro anni fa, la sua prima volta sul palco, ma poi è passata, il possesso dello spazio e la presenza degli altri attori ha reso liquida l’esperienza e dissipato il panico.
D’altronde, esibendosi già con la Banda A. Bernabei, è abituato a prendersi gli applausi, è abituato a far parte di una corale, a dominare l’emozione e lasciarsi guidare da chi lo dirige.
La musica poi è l’Arte superiore e se ce l’hai dentro sei già condotto da un potere soprannaturale, Cesare ha aggiunto questo tassello attoriale che è diventato un momento importante in cui provare nuove esperienze.

In questa ultima commedia Cesare delle Monache chi interpreta?
Anzi, no, non lo diciamo, diamo solo un piccolo indizio: è un personaggio tutto d’un pezzo, serio, cattivo, anzi cattivissimo, e… un po’ imbranato!

 

Per scoprirne di più ti aspettiamo al Teatro J.P. Velly con
Arduino e Nazzareno 3

 

 

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