Home VIAGGIO A REGOLA D'ARTE Emanuela Alberino e gli Animali con la maschera

Emanuela Alberino e gli Animali con la maschera

di Emanuela Gizzi
Emanuela Alberino L'elefante di Tinytreeillustration

Emanuela Alberino si è lasciata affascinare da Formello e ha deciso di mettere radici qui, e qui è nata Tinytreeillustration, la sua creatura digitale

Rivelazioni

Emanuela Alberino vive a Formello da soli due anni. Io la conobbi alla mostra fotografica Vi ho rubato il Crèmera @30.5 e, in quell’occasione, mi chiese: ci sono davvero questi posti a Formello? Io le risposi: Si.

Lei e suo marito, l’anno dopo, trovarono una casa e si trasferirono.

Da qualche mese vedevo scorrere alcune immagini di quadri su Facebook e, nel cercare di rintracciare chi fosse Tinytreeillustration, scopro che si tratta proprio di Emanuela.

Prima ancora di capire l’identità dell’autrice ho pensato che, chiunque fosse, avesse dentro del coraggio, una storia di buio e luce, un amore naturale per gli animali e un grido da esprimere e da tradurre in messaggio.

L’originalità di questo abbinamento: colore, carta da parati e animali aventi pari diritti agli uomini, mi ha davvero catturata e quindi ho deciso di volerne sapere di più. Premetto che, quando ho presentato il libro “Dal Vento al Vento”, Emanuela mi ha regalato una Farfalla -disegnata da lei- e in quel momento ho capito che i suoi quadri non erano dipinti, non erano acquerelli, non erano a carboncino. Ma allora, mi chiesi, cos’erano? La curiosità è il più grande dono della vita.

Ne nasce una chiacchierata.

Raccontami, ti prego, come hai trovato questo stile così originale, però dall’inizio

Io non avevo uno stile anche se sono una nomade in questo settore, mi piace avventurarmi, eppure, quando ho iniziato a pensare di realizzare dei quadri, sentivo di non avere la più vaga idea di chi fossi. Inoltre nell’imbattermi nel lavoro di altri mi sono resa conto di quanto avrei dovuto imparare prima di formare una mia storia, un mio mood.

E ho provato a trovarlo copiando il lavoro di altri, che è stato un bell’esercizio ma in quei lavori non c’era nulla di me.

È stato dopo un’infinità di prove che ho deciso di cancellare tutto quello che avevo visto. Ho eliminato materialmente, e anche mentalmente, ciò che avevo riprodotto: ero esausta di sentirmi sempre fuori posto”.

Emanuela ha un piccolo studio, arioso, affacciato verso la Valle del Rosciolo, ha una scrivania dove realizza i suoi lavori e due gatti che gironzolano per casa.

Emanuela Alberino Il Cinghiale di TinytreeillustrationLe sviscero subito cosa mi è piaciuto delle sue opere, ovvero, questo contrasto netto tra luce e ombra, il fatto che i soggetti siano animali e che il loro status renda felici, per una volta. Le dico: Il cinghiale seduto in salotto lo adoro, le maschere sul viso degli animali le trovo un elemento distintivo e mi arriva addosso una sensazione positiva guardandoli.

Una volta che mi sono scrollata di dosso l’ansia di avere uno stile personale, ho cominciato a ragionare su cosa mi piacesse davvero. Di certo, non i ritratti, ho un blocco a disegnare le persone, credo perché non sono mai soddisfatta del lavoro, una volta ultimato.

Anche al liceo avevo questo tabù: preferivo andare in giro e disegnare le statue piuttosto che immortalare le modelle.

Con gli animali, invece, ho un altro approccio. Ho realizzato -a un certo punto- che, tra tante cose, erano il mio soggetto preferito.

Tra l’altro, ad oggi, il mio sogno è di dedicarmi all’editoria dell’infanzia, scrivere una fiaba che ho in testa, avvicinare i bambini agli animali. Un’idea impensabile fino a qualche anno fa.

È stato questo intreccio tra il mio lato dark e gli animali che mi ha spalancato davanti un’altra dimensione”

Il tuo lato dark?

Si, quando dipingevo avevo una sana predisposizione alle tonalità molto scure, in una stanza piena di luce io notavo, tutt’ora noto, le ombre, e le mettevo in risalto.

C’era sempre un mood di dolore che si allargava sui fogli. E, quella, era la mia anima che si liberava della notte per riappropriarsi della luce.

Una catarsi per tornare a stare bene. La pittura è stata per tanto tempo solo uno sfogo. Ecco perché dico che non avrei mai immaginato di farne un mestiere”

Quindi lo stile di Emanuela Alberino nasce da questo incontro-scontro?

Si ho tirato fuori me stessa, è il mio sentire, quindi non più solo lo stile, ma qualcosa di profondo e innato.

E, una volta inserita la chiave, si è avviato un processo che poi è stato semplice.

I quadri non sono pitture e non sono carboncino, hai ragione, sono opere digitali, realizzate con questo….”

mi mostra un tablet

che ha una tavoletta grafica in grado di generare un’Accademia delle Belle Arti a portata di mano”.

In un click dispone di pennelli, dimensioni, grana, oli, acquerelli, carboncino, texture della carta, insomma, davvero un armamentario di possibili scelte.

Disegno a mano con il vantaggio che se non mi piace, cancello il livello, abbattendo tempo e costi.

Il tablet mi permette di avere tante possibilità a costo zero, mentre prima tra i colori e i fogli e le tele spendevo un patrimonio.

È smart e comunque poi, io, che sono pignola, incentro l’altra parte del lavoro sulla ricerca della carta giusta.

La stampa è equamente importante, quindi ho optato per un plotter che mantenga inalterati i colori e non scolorisca nel tempo, e per una carta la cui grammatura faccia la differenza. Seguo moltissimo questi aspetti”

Emanuela Alberino La Gazza Ladra di TinytreeillustrationEmanuela Alberino è una donna brillante, simpatica, accogliente, ha una bella luce negli occhi, ha studiato Arte e tutto ciò che ha dipinto, in passato, è finito nell’immondizia, perché?

Come ti dicevo, la necessità di esplorare dentro me stessa, mi portava a immergermi nel buio, per rigenerarmi, abbandonare il dolore e, una volta che questo passaggio era avvenuto, non avevo più bisogno di quel disegno.

Non so come dire ma, davvero non ho mai avuto alcuna velleità artistica, il mio spazio tra i colori era solo per stare meglio.

Per esempio non ho mai dipinto per mostrare ad altri le mie cose e, infatti, sono sopravvissuti pochissimi disegni, quegli unici su cui hanno buttato un occhio mio marito o qualche mia amica che poi me li hanno tolti di mano”

Avevo notato una balena, appesa sulla scrivania, qualche momento prima.

Ah, quella. Un’amica di mia sorella, mi ha detto: ho visto una balena bellissima, un acquerello, ma tu me lo potresti rifare?

Io le ho risposto: prova a descrivermelo.

Da quello che mi illustrò a voce, dipinsi la Balena, tra l’altro è il primo lavoro in digitale. Ma lei è in Argentina, ancora se lo deve prendere, così è lì a ricordarmi l’inizio di questa storia”

Dal 6 Febbraio Emanuela Alberino e alcuni dei suoi animali chic saranno in mostra presso la Locanda degli Angeli che, notoriamente, ha dedicato una parete del suo Ristorante agli artisti e che proprio il 6 inaugurerà il nuovo spazio, chiamato Al 14.

Visita il sito di Tinytreeillustration per avere maggiori informazioni sulle opere.


L E G G I   G L I   A R T I C O L I   C H E                                                                                                                                                         R A C C O N T A N O   S T O R I E   D I   A L T R I   A R T I S T I   D I   F O R M E L L O :

Paolo de Angelis e Giulia Furgiuele

Il risveglio un libro di Sara Fianchini

San Michele Arcangelo, tra flauto e piano

Le poesie del libro “Dal Vento al Vento”

Sono prima di tutto una viaggiatrice, annuso la vita e ne trattengo le radici. Quindi scrivo per piacere ma anche per lavoro. Scrivo perché senza non saprei starci. E poi fotografo perché la fotocamera è il mio psicologo personale. Cammino sempre con un animale di fianco, un gatto un cane un cinghiale un ippopotamo. Insomma converso. E poi scrivo di nuovo.

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